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Wanbao – ACC Mel

Il grido d'allarme di oltre 300 lavoratori

Wanbao – ACC Mel

Il grido d'allarme di oltre 300 lavoratori

L’Ammistrazione forza attiva nella gestione
È cronaca di queste ore (5 marzo), in cui stiamo chiudendo il numero di marzo, il racconto dell’occupazione del municipio di Mel di Borgo Valbelluna da parte di un nutrito gruppo di operai dell’azienda Acc, assieme ai rappresentanti sindacali. Una protesta pacifica, un grido d’allarme esasperato. In ballo, da troppo tempo, c’è lo stipendio di trecento lavoratori. Pur essendoci sul piatto fondi garantiti dallo Stato, nessun istituto di credito si è fatto avanti per salvare le sorti della fabbrica-simbolo del territorio: la storica Zanussi, oggi Italia Wanbao Acc. Il piano di rilancio Italcomp, che prevede la fusione con l’ex Embraco di Chieri, sembra essersi arenato mentre non piace nemmeno il riscontro della Commissione europea. È lo stesso Comune di Borgo Valbelluna a farsi promotore di un’intensa campagna di comunicazione, con due comunicati stampa che descrivono nel dettaglio l’andamento della situazione.

La protesta fa seguito alla sessione in videoconferenza, svoltasi pochi giorni prima sempre in municipio con le parti in causa: una sessione straordinaria del Consiglio di sorveglianza socio-istituzionale di Acc, l’organismo di partecipazione istituzionale e comunitaria attivo sin dal 2013 (caso unico in Italia), coordinata dal sindaco Stefano Cesa. Folta la partecipazione istituzionale con il Ministro D’Incà, l’assessore regionale Donazzan e due consiglieri, i parlamentari bellunesi, il responsabile dell’Unità regionale per le crisi aziendali Losego, il Commissario straordinario di Acc Castro, i segretari provinciali Fim-Fiom-Uilm, le Rsu di Mel, Confindustria Belluno Dolomiti e altre forze territoriali.

La situazione attuale
Quelli dell’Acc sono numeri importanti col segno “più”: vi sono ordini per il 2021 ordini per 2.372.400 compressori (+38% rispetto alle vendite 2020), con il fatturato di gennaio 2021 superiore del 25,5% rispetto alla media dei tre anni precedenti. A Mel operano 316 addetti (+9,3% rispetto al 1° gennaio 2020) e sono state eseguite da maggio 2020 ben 48 assunzioni, in larghissima parte lavoratori licenziati da Wanbao nel 2018 e da altre imprese in crisi del Bellunese. Per realizzare i volumi previsti, vi sarebbe bisogno, da subito, di altri 40-50 addetti.

«Purtroppo, nelle prossime settimane, si esauriranno definitivamente le risorse di liquidità disponibili», chiarisce l’Amministrazione di Borgo Valbelluna. «Acc da oltre un anno è in regime di totale auto-finanziamento, senza nessun supporto di finanza esterna. È indispensabile e urgentissimo che gli istituti di credito approvvigionino Acc, avvalendosi della Garanzia Italia resa disponibile dal Governo dopo lo stallo imposto dalla Commissione Europea all’aiuto di Stato richiesto sin dall’agosto scorso. Il mancato intervento delle banche sarebbe rovinoso sia per la continuità industriale di Acc, sia per l’avvio del Progetto ItalComp (la costituzione di un campione europeo del compressore unendo Mel e l’ex Embraco di Torino) che può essere un formidabile vettore di sviluppo e prosperità per la Valbelluna nei prossimi anni, sia per il mercato europeo della refrigerazione».

L’appello agli istituti di credito
«Il Consiglio ha deliberato di rivolgere un appello pressante a UniCredit, Intesa San Paolo e Ifis, e a tutte le banche che operano sul territorio, perché concedano senza alcun ulteriore indugio i finanziamenti necessari ad Acc: la loro non cooperazione sarebbe tecnicamente incomprensibile alla luce delle garanzie offerte dallo Stato e rappresenterebbe una violazione irreversibile degli impegni alla responsabilità sociale più volte conclamati».
L’appello alle banche è stato ribadito in un ulteriore testo affidato alle parole dell’assessore comunale alle politiche sociali Marilisa Corso, in cui il sindaco Cesa chiama in causa anche gli istituti locali di credito cooperativo.

La preoccupazione della
Commissione Europea
Continua l’Amministrazione: «Il Consiglio ha manifestato stupore e rammarico per l’atteggiamento della Commissione Europea, da cui traspare una lettura schematica e inadeguata sia della realtà competitiva rappresentata da Acc sia della delicata condizione sociale ed occupazionale della Provincia di Belluno. Tutte le rappresentanze istituzionali sono state mobilitate a vigilare sull’atteggiamento della Commissione, che si è rivelato negli ultimi mesi singolarmente proclive a favorire il tentativo della multinazionale giapponese Nidec di riattivare lo stabilimento austriaco di Fürstenfeld in chiave di concorrenza sleale a Mel».
Le Organizzazioni sindacali, dal canto loro «non consentiranno a nessuno di bloccare quest’impresa comune e di mutilare ingiustamente il territorio di una sua autentica ricchezza industriale e sociale».

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