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Ve recordeo de noi?

emigrare nella storia locale - mostra a Giaon di Limana

Ve recordeo de noi?

emigrare nella storia locale - mostra a Giaon di Limana

Ma cosa significa emigrare? E cosa significava un tempo, quando a farlo erano i nostri avi e compaesani ma non esistevano smartphone, social media e treni ad alta velocità? La nostra storia e la nostra contemporaneità si intrecciano così nelle vicende di tante famiglie, di tante sospirate partenze e altrettanti lieti ritorni. Ed oggi come allora, anche se con modalità diverse, sono molti i bellunesi che lasciano o hanno lasciato la culla delle loro montagne alla ricerca di panorami nuovi e più ampi, chi solo per un periodo, chi per sempre. L’emigrazione è un fenomeno sociale che ha segnato le epoche storiche con modalità differenti. C’è stato un tempo non troppo lontano in cui era molti i limanesi che, per i più svariati motivi, erano spinti a lasciare il proprio paese, attratti da fattori socio-politici, demografici ed economici o ambientali, pronti ad affrontare sfide e difficoltà. Una tematica che ha segnato l’Italia e la nostra provincia, a partire dalla sfera sociale fino a quella economica, da quella culturale a quella linguistica.

La mostra fotografica
“Ve ricordeo de noi? La storia dei nostri emigranti” è un appello alla memoria collettiva, oltre che il titolo della mostra fotografica inaugurata sabato 12 giugno nella frazione di Giaon di Limana, curata da Orazio De Toffol e promossa dall’Associazione Bellunesi nel Mondo e dal Comitato frazionale di Giaon. Il taglio del nastro è avvenuto in presenza della capofrazione Elda Sommacal, insieme al presidente dell’Abm Oscar De Bona e alla sindaca di Limana Milena De Zanet. «L’iniziativa riveste un grande valore storico e civile» afferma quest’ultima «dalla storia si può e si deve imparare».

Obiettivo dell’iniziativa è sottrarre all’oblio il vissuto di chi ha lasciato il segno nella nostra storia, farsi testimonianza concreta di esperienze passate ed eredità culturale. Raccontare istanti, epoche, situazioni, attraverso quel mezzo capace di fermare il tempo, i sogni e le emozioni sulla carta: la fotografia. Le immagini del passato si trasformano in uno specchio incantato per guardare al presente. Per le giovani generazioni, per conoscere e riconoscere sofferenze, difficoltà, ma soprattutto i successi di chi, scegliendo di emigrare, ha contribuito allo sviluppo del nostro Paese e delle nostre comunità. Uno straordinario patrimonio quello raccolto dal Comitato Frazionale di Giaon che ha coinvolto attivamente tutti gli abitanti del paese in una paziente ricerca tra i ricordi di avi, partiti per trovare fortuna in terre lontane. Una mostra ricca di storie, come quelle della famiglia Roncada o, ancora, come il successo di Ludovico Trevissoi che, dopo essere rientrato all’estero, è partito da un garage per poi creare un’azienda leader. Il progetto prevede anche l’inaugurazione di un monumento all’emigrazione realizzato da Beppino Lorenzet.

La nascita del progetto
«Due anni fa avevamo organizzato la manifestazione Cortili Vivi» racconta il curatore del catalogo Orazio De Toffol, «avevamo fatto una raccolta, tra tutti i paesani, di fotografie che raccontassero i personaggi che li avevano abitati nel tempo, dal 1800 in poi. Una documentazione di oltre 3000 foto, poi digitalizzate, tante delle quali erano di emigranti. Abbiamo visto che ogni famiglia aveva in qualche modo provato l’emigrazione. Da qui l’idea della mostra, del monumento e della pubblicazione».

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