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Un anno senza spettacoli dal vivo

un settore che soffre ma resiste

Un anno senza spettacoli dal vivo

un settore che soffre ma resiste

Un anno senza spettacolo dal vivo. Se si eccettua la parentesi estiva, il settore da febbraio 2020 è sostanzialmente sospeso. Non fermo, ma privato dell’incontro con il pubblico. In questo articolo vogliamo raccogliere l’umore di alcuni artisti e lavoratori dello spettacolo della Valbelluna: Cristina Gianni, Giorgio Dell’Osta Uzzel e Giulia Fretuti ovvero il “Duo G&G”, Francesco Triches.

Cristina Gianni, di Sospirolo, formatasi alla “Nico Pepe” di Udine, è attrice della compagnia “Teatro Piteco”, sezione teatrale dell’associazione culturale musicale “The Covers”. Le sue cifre artistiche sono curiosità e poliedricità: spazia tra spettacoli per l’infanzia e per adulti, dalle maschere ai burattini, dai monologhi al teatro fisico, fino ai progetti di lettura e musica. Per lei, artista è colui che è capace di fare, conosce la materia che affronta, sa padroneggiare diversi strumenti. Come ha vissuto Cristina la chiusura per pandemia? Non si è mai fermata, né la scorsa primavera né con il blocco di ottobre. Si è lanciata con curiosità a sperimentare l’online, ma lo reputa una cosa innaturale. Non a caso gli spettacoli che propone in streaming sono sempre in diretta, per salvare, del qui e ora dell’evento teatro, almeno l’ora. L’attrice sottolinea che i teatri sono luoghi sicuri e che gli artisti hanno dimostrato grande reattività alle richieste, sforzi però immotivatamente mortificati. Si va avanti, ma indeboliti. Oppure, per porla in positivo, indeboliti, ma si va avanti.

Giorgio Dell’Osta Uzzel e Giulia Fretuti compongono il Duo G&G. Lui, zumellese, è un attore professionista, con una formazione soprattutto comica. Lei, casertana, è una cantante ed è diplomata in musicoterapia e psicologia infantile. Insieme, propongono spettacoli soprattutto per bambini, ma anche per adulti e su temi forti. Senza dimenticare la parte eventi, con matrimoni e compleanni. Hanno una concezione d’arte come terapia che fa bene al cuore e alla persona. Anche per loro è stato un anno difficile. In questi mesi si sono arrangiati realizzando video per le pagine Facebook e Instagram. Con le idee però non si sono mai fermati. In attesa di direttive per poter ripartire, non hanno smesso di pensare a nuovi spettacoli per bambini, ai corsi da proporre, alle produzioni in naftalina da un anno, ai matrimoni che allieteranno. Ancor più che gli spettacoli in sé, a Giorgio e Giulia manca la socialità che sanno creare: il pubblico, lo stare insieme, i sorrisi e le risate di bambini e famiglie.

Francesco Triches, originario di Limana, è un tecnico della ripresa e del montaggio video. Dopo un anno alla Scuola Nazionale del Cinema Indipendente di Firenze, la carriera da macchinista è decollata presto: ha ricoperto la mansione nei film “Lazzaro felice” (premiato al Festival di Cannes 2018), “Forse è solo mal di mare” e “Pezzi unici”, oltre che per alcune serie tv. In parallelo fa il videomaker: ha realizzato, ad esempio, alcuni piccoli documentari per la sezione museale del castello di Zumelle. In questa seconda veste, ha la possibilità di scrivere storie che possano colpire; la sua speranza è quella di diventare, nei prossimi anni, regista.
Quanto all’anno trascorso, Francesco sottolinea che le difficoltà sono state interiori, più che lavorative. Se da quest’ultimo punto di vista la scorsa estate ha consentito di recuperare quanto perso in primavera, si è invece fatto molto sentire lo stress emotivo per una situazione prima inaspettata e poi perennemente incerta. Un contesto nel quale è difficile programmare.
Lo spettacolo soffre, perché necessita di programmazione e socialità, ma resiste.

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