A quest’ora saremmo prossimi a festeggiarne il secolo di vita, ma della Tramvie Elettriche Bellunesi-Feltrine, possibili grazie al decreto governativo del 23 febbraio 1919, esiste solo un antico documento del gennaio 1920, ritrovato dal collezionista sedicense Gianni Da Rold.
“Le ferrovie hanno una sola funzione: servono per il traffico a lunghe distanze. Ma il commercio locale è magnificamente ed economicamente servito dalle tramvie che toccano ogni paese, penetrano negli stabilimenti, nelle cave, nei cantieri, nelle fattorie agricole, duttili, elastiche, senza spostare o turbare forti interessi, senza detrimento di una località in favore di un’altra, anzi fondendo insieme e portando ad un fattore più elevato il tono generale dell’economia di una regione. La ferrovia non ha favorito che Bribano. Tutti gli altri centri restano isolati perché la zona abitata, agricola, commerciale, con case, boschi ed altre risorse, è pedemontana mentre la ferrovia è in fondo valle. Lungo questo versante si aprono gli sbocchi delle grandi vallate superiori: Valle Zoldana, Val Cordevole, Valle Mis, Val Cismon, Val Sugana.”
Il progetto prevedeva due linee lungo i paesi della pedemontana, Destra e Sinistra Piave, tra i due principali centri della Valbelluna: “Belluno e Feltre, abbandonando residui di vieti pregiudizi del passato, non devono più ignorarsi, quasi i loro interessi fossero così nettamente diversi da poter senza reciproco danno metterli in antagonismo.”