Sono stati completati i lavori di regimazione idraulica del torrente Ligont nel tratto antistante lo stabilimento delle Fornaci di Villabruna. Quanto realizzato, con capacità e competenza, della ditta S.I.C.I., storica ditta di Fonzaso, merita un plauso per aver operato nel migliore dei modi possibili e chi scrive, dopo oltre quarant’anni di lavoro nell’edilizia, si sente di confermarlo.
L’opera, su progetto generale è del’ ing. Marco Pontin, che è anche direttore dei lavori, ha richiesto un totale di 300 mila euro (dei quali 217.547 per lavori). La gestione del cantiere è stata curata dal titolare geom. Elio Pasa mentre il responsabile unico del procedimento è il dottor Gianmaria Somavilla dell’Unità organizzativa Servizi Forestali di Belluno. Ora, il tempo utile per la fine dei lavori è previsto in 140 giorni e scade il 12 giugno. Si tratta, infatti, di ben cinque interventi mirati nei luoghi ritenuti più rischiosi lungo l’asta del Ligont; dopo quello alle Fornaci, si sta lavorando per la messa in sicurezza di un ponticello a Foen, delle zona sotto al cimitero di Foen e ad altre opere verso valle.
L’intervento eseguito è consistito anzitutto nel taglio ed asporto di alberature anche di grosso diametro che restringevano il flusso; sono seguiti l’estirpazione e asportazione delle ceppaie, la ricalibratura della sezione con il rivestimento spondale con massi ciclopici, la realizzazione di un’arcia o soglia per limitare la virulenza della corrente ed altre opere di sistemazione.
Una curiosità non nota: i massi ben squadrati provengono da Asiago, costano circa 30 euro alla tonnellata oltre al lungo trasporto. Nelle nostre zone purtroppo non ci sono più cave, pur essendo in montagna; quella storica di Schievenin è stata chiusa tanti anni fa. Se ben coltivate (Trentino docet) le cave in realtà non sono impattanti, si pensi al risparmio di costi di trasporto, di inquinamento, ma spesso nel nostro territorio esigue minoranze, burocrazia asfissiante, veti incrociati comandano e decidono.
Forse, di concerto con i proprietari dei terreni attigui, sarebbe da eseguire la piantumazione di essenze arboree a debita distanza dalle sponde (per Legge almeno cinque metri) per creare nel tempo una barriera verde, magari in occasione della festa degli alberi in collaborazione con i plessi scolastici, Comune ed altri.
Il Ligont, come i suoi torrentelli tributari, sono spesso causa di eventi eccezionali e ripetuti la cui mitigazione, in attesa fondi più consistenti, sarebbe favorita dal taglio e dall’estirpazione delle alberature nel tempo cresciute in alveo, che limitano il corretto flusso delle acque in caso di piena.
Per finire: il costo dei danni provocati dagli oramai ricorrenti fenomeni naturali è di ben cinque volte superiore al preventivo di ripristino. Una riflessione su cui meditare.