Si tratta di una mostra di scultura dell’artista limanese Luciano Roncada. Ma definire solo mostra la bella esposizione di Limana, organizzata dall’assessorato alla cultura e aperta presso la biblioteca civica comunale fino al 20 marzo, è riduttivo. Sono opere che raccontano del passato dell’artista e un invito a guardare la natura con altri occhi, come sottolineato nella presentazione di Giorgio Roncada.
Per capire l’artista oggi, ci spiega il critico, «bisogna ritornare a quando Luciano era bambino, quando trascorse l’infanzia in Svizzera con la famiglia e il papà emigrante». Un’infanzia trascorsa tra il verde dei boschi, in «una natura superba, a tratti selvaggia, a tratti misteriosa, sicuramente piena di fascino per dei bambini alla scoperta della vita. Molto spesso eravamo nei boschi da soli, a volte invece accompagnati dalla nonna che ci portava a funghi, mirtilli, fragoline, che crescevano in abbondanza».
«E ovviamente protagonisti in questa natura erano svariate specie di animali che non era raro trovare anche fuori di casa o nei pressi del cantiere in cerca di cibo. Da qui bisogna dunque partire per capire il Luciano scultore di oggi e la sua passione che lo spinge a ricavare dal legno soggetti che ritraggono animali. Luciano è rimasto poi per molto tempo in Svizzera sempre a stretto contatto con la natura. Tutt’oggi frequenta i boschi e viaggia in luoghi lontani anche di grande valore naturalistico. Non è difficile allora capire perché a un certo punto, con il tempo a disposizione, la sua casa e il suo giardino si siano via popolati di animali, domestici e selvaggi. Ma potremmo anche dire, andando un po’ a pescare nella filosofia e nella psicologia, senza esagerare perché siamo dei profani, che i lavori di Luciano ci ricordano che il legame uomo-animale è molto ancestrale, e insito nella natura umana, ci arriva da lontano nel tempo.
[…] Quel senso di stupore e incanto, ma anche di timore, che proviamo inoltrandoci nel bosco, che percepiamo all’apparire di un suo abitante, sono fondamentali per farci amare, rispettare e conservare quanto ci è stato donato».