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Strigiformi in Valbelluna

gufo, civetta allocco e assiolo

Strigiformi in Valbelluna

gufo, civetta allocco e assiolo
Barbagianni - Tyto alba

Ho sempre pensato che uno dei motivi che rendono attraenti i rapaci notturni sia dovuto agli occhi frontali, inseriti nel caratteristico disco facciale piatto, che conferiscono a gufi e civette uno sguardo che potremmo definire “umano”. Incrociare lo sguardo con uno di questi uccelli provoca un’emozione forte.

Il territorio della provincia di Belluno, in virtù della presenza di ambienti ben conservati, ospita per nostra fortuna diverse specie di Strigiformi. La più comune è certamente l’Allocco, abbastanza ubiquitario, ma che dimostra una predilezione per gli habitat forestali o per gli ambienti agrari ben alberati; questi devono ospitare alberi con cavità, dove poter nidificare: vecchi castagni o capitozze di salice o di gelso abbandonate fanno spesso allo scopo.

Una nicchia ecologica diversa occupa la Civetta comune, che, a dispetto del nome, può considerarsi comune solo negli ambienti agrari della parte meridionale della provincia. È un buon indicatore di qualità ecologica degli ecosistemi frequentati, facendosi più rara nelle pianure venete ad agricoltura industriale. Solai, abbaini, vecchi fienili appartati vengono abitualmente sfruttati per la nidificazione.

A differenza delle due specie sopra citate, che sono sedentarie (rimangono tutto l’anno nel territorio), è solo in primavera che dai quartieri invernali africani arriva l’Assiolo, un piccolo rapace notturno delle dimensioni della Civetta comune, con cui condivide l’habitat. Anche questa specie nidifica in cavità. Un tempo relegato alla parte sud-occidentale della provincia, negli ultimi anni l’Assiolo ha occupato quasi per intero la Val Belluna, dove tuttavia non si spinge mai a quote elevate, rimanendo fedele agli ambienti agrari di fondovalle.

Un altro magnifico rapace notturno tipico delle campagne, il Barbagianni, non è più presente da noi, purtroppo; la cosa non va imputata alle pratiche agricole che caratterizzano la campagna bellunese ma ad altri fattori.

I gufi propriamente detti sono due, entrambi fortemente elusivi e rari. Il primo, il Gufo comune, è presente in tutto il territorio provinciale, anche ad alte quote, ma, per quanto noto, è piuttosto localizzato. Il secondo è il Gufo reale, spettacolare rapace notturno, davvero raro, che sfrutta pareti rocciose in vallette appartate per nidificare e che si porta poi a cacciare negli spazi aperti, siano essi zone agrarie o pascoli in quota.

Un cenno meritano Civetta capogrosso e Civetta nana, legate ai boschi montani, nonché l’Allocco degli Urali, la cui presenza è nota per la foresta del Cansiglio. Da sottolineare, infine, che i nostri cieli sono attraversati da Gufi di palude in migrazione e, ogni tanto, qualcuno si ferma a terra.

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