Negli ultimi anni la scuola “senza zaino” ha suscitato molto interesse e curiosità dentro e fuori l’ambiente scolastico proprio a causa della provocazione suggerita dal suo nome. Questo particolare tipo di scuola, se vogliamo di ispirazione montessoriana, nasce in Toscana circa una decina di anni fa grazie a Marco Orsi ed ora è diffusa in tutta Italia, creando una vera e propria rete nazionale. In provincia di Belluno sono presenti plessi di scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado “senza zaino” all’interno degli Istituti comprensivi di Belluno 2, Trichiana, Ponte nelle Alpi, Longarone e Forno di Zoldo. La nostra è l’esperienza di maestre alle primarie di Sant’Antonio Tortal e Limana (I.C. Trichiana).
Ma cosa significa davvero “senza zaino”?
“Senza zaino” non significa l’eliminazione di libri e quaderni, ma la sostituzione dello zaino con una borsa a tracolla con il logo della rete, che contiene lo stretto necessario da trasportare tra scuola e casa; tutto il materiale, infatti, è conservato a scuola, favorendo così il benessere degli alunni che non sono più costretti a “spezzarsi” la schiena sotto il peso dello zaino carico di materiale.
Un altro grande cambiamento è anche quello all’interno dell’ambiente classe: i banchi monoposto sono infatti sostituiti da tavoloni, ognuno di colore diverso, dove i bambini lavorano in gruppo. L’idea di base è la collaborazione tra gli alunni, invece di un lavoro individuale che spinge alla competizione. Non c’è nemmeno la cattedra, ma una postazione di lavoro per l’insegnante, dove si appoggiano materiali e computer, ma che non funge più da “luogo al di sopra degli alunni”.
Gli stessi colori dei tavoli identificano anche gli armadietti dove gli alunni conservano i propri libri e quaderni, mentre i materiali di cancelleria sono al centro del tavolo, a disposizione di tutti, secondo un vero spirito di condivisione. Inoltre è la scuola stessa ad ordinare ad inizio anno le borse e i materiali per tutti!
Un’altra caratteristica di queste scuole è il motto “Se faccio, imparo”, che porta i docenti a costruire strumenti didattici con cui gli alunni possono apprendere in maniera pratica e in autonomia: si tratta di una sorta di giochi di società inventati proprio da noi maestri su misura per i nostri bambini e mirati all’argomento didattico che si sta affrontando, dotati di istruzioni e di autocorrezioni. Spesso sono gli stessi alunni poi a costruire questi strumenti di apprendimento, sotto la guida dell’insegnante. In questo modo l’insegnante diventa veramente un facilitatore di apprendimento, più che un dispensatore di conoscenze! Gli strumenti sono inoltre sempre a disposizione diretta dei bambini.
La Scuola “senza zaino” è molto inclusiva: si tende cioè a valorizzare tutti i tipi di intelligenza; ognuno, con le proprie peculiarità, può contribuire alla riuscita del lavoro di tutti, aiutato, in caso di bisogno, dai compagni di cammino. Ci sono poi gli strumenti di gestione, ossia materiali che servono a gestire la vita di classe responsabilizzando gli alunni: gli incarichi che ruotano ogni settimana, il semaforo per andare in bagno (non serve chiedere il permesso, se è libero e mi scappa forte… “vado!”), il mestolo passa parola, il pesce del silenzio, il serpente del bisbiglio, l’orologio, il calendario, il termometro, l’orario della giornata aggiornato con gli argomenti del momento, il manuale della classe con le regole di comportamento… insomma, tutti mezzi che aiutano il bambino ad orientarsi nel tempo/spazio scuola e a muoversi con autonomia, responsabilità e serenità.
All’interno dell’aula ci sono poi gli angoli delle materie o laboratori: l’angolo di matematica, l’angolo di italiano, l’angolo tecnologico, ecc. Questo per permettere il lavoro differenziato a gruppetti, spesso a rotazione, per differenziare la giornata in modo da renderla più attiva ed accattivante.
Questi spazi servono anche per fare momenti di recupero o di rinforzo/approfondimento per gli alunni che ne necessitano, perché, ricordiamolo, siamo tutti diversi, quindi anche i tempi e i modi di apprendimento di ciascuno lo sono! Inoltre i bambini, in certi momenti, possono scegliere cosa fare!
Un posto di primaria importanza è ricoperto dall’agorà, uno spazio adibito al dialogo e al confronto, dove ogni mattina e prima di salutarsi ci si riunisce per parlare, o dove, in caso di litigio con un compagno, si va a discutere per trovare un punto d’incontro. I docenti stessi cercano di dialogare di più tra loro e costruire insieme in questa scuola, coerenti con quello che propongono ai bambini.
In tutto questo ci sono anche momenti di didattica tradizionale, in cui libri e quaderni tornano alla ribalta insieme alla spiegazione frontale, ma, essendo alternati con tutto il resto, risultano momenti meno “pesanti” e i ragazzi si concentrano maggiormente anche nei momenti più noiosi, tipicamente scolastici. Fondamentale è anche la collaborazione attiva con le famiglie e con il territorio, organizzando laboratori, momenti di scambio, uscite.