L’archivio storico di Mel stupisce ancora, dopo più di 700 anni. È di questi giorni la notizia del rinvenimento di una pergamena riportante notizie del territorio zumellese che, allo stato attuale, rappresenta il documento più antico conservato a Mel. Il ritrovamento è da affidare al progetto che l’Amministrazione comunale di Borgo Valbelluna ha lanciato con l’obiettivo di creare un archivio storico per tutto il nuovo municipio.
Nel 1990 fu fatto un lavoro di catalogazione dei documenti dalle origini (1400) fino al 1700, praticamente tutto il periodo della Serenissima, lavoro che terminò con una pubblicazione. Nel 2020 il Comune ha ottenuto un finanziamento dalla Regione del Veneto per iniziare questo piano, partendo dal censimento e riordino della parte dell’archivio di Mel non precedentemente inventariata (in particolare il periodo tra Ottocento e Novecento) e per Lentiai un riordino e un censimento completo, mai fatti sinora. Nel 2021 il progetto coinvolgerà Lentiai, che conserva importanti documenti e delibere della seconda metà dell’Ottocento e dei primi del Novecento, in particolare del periodo della Grande Guerra, mentre l’archivio di Trichiana era già stato oggetto di un importante censimento qualche anno fa. Proprio durante la sistemazione dei documenti relativi all’Ottocento, curata dalla dottoressa Donatella Bartolini, archivista che si è aggiudicata il bando, da una busta è emerso il nuovo prezioso documento.
«Questa pergamena datata 1385 rappresenta il documento più antico del nostro archivio – afferma il vicesindaco e assessore alla cultura di Borgo Valbelluna, Monica Frapporti. – Prima di questo ritrovamento, la pergamena della dedizione a Venezia datata 1404 rappresentava il più antico. Il documento ritrovato racconta la quotidianità del nostro territorio e, dal punto di vista sociale e antropologico, costituisce un esempio unico. Esso riguarda una questione di confini e di pascolo su tutte le nostre montagne; ha come soggetti gli abitanti della pieve di San Felice di Trichiana e gli abitanti di Mel. Sorprendono le interessanti citazioni e trascrizioni di documenti della fine del Duecento, cosa che ci permette di andare indietro anche di un secolo. La pergamena è stata scritta perché c’era una vertenza tra queste comunità per ragioni di confini; così, i notai hanno riportato tutti gli atti, i documenti precedenti per dirimere tale questione, cercando di individuare anche i confini naturali costituiti dal torrente Ardo e dalle montagne. Nel documento sono citati tanti cognomi di persone, presenti durante la stesura dell’atto: cittadini, ad esempio “de Farra, de Pelegai, de Casteldart de Plaudeu (Pialdier)”, che per lo studio delle famiglie, dei toponimi, dell’economia dei nostri territori rappresentano una preziosità unica».