Santa Giustina è sempre stato un paese molto vivo e attento alle esigenze di una società che stava cambiando. Così, alla sua nascita, nel 1980, il sodalizio “Sci Club ‘980” si proponeva con uno stile di vita differente, con una nuova proposta di fare sport. Fino ad allora lo sci alpino era riservato a una élite di persone, però c’era una voglia diffusa di praticare questa disciplina foriera di divertimento, di vertigine, di grande fascino. Ecco cosa ci racconta il presidente Francesco De Bastiani.
Negli anni 80 si percepiva la necessità e la volontà di alternare gli sport estivi, come il calcio, con qualcosa che poteva esser praticato in inverno. Tra gli anni 80 e 90 brillava un leader sugli sci, al secolo Alberto Tomba, che è stato per tutto il movimento un trascinatore perché ha saputo coniugare ai risultati sportivi uno stile di vita difforme rispetto ai canoni classici di chi praticava questo sport ad alti livelli, uno stile più vicino alla gente comune.
La manovia di Castel
Prima dello Sci Club, con le grandi nevicate si vedevano temerari sciatori scendere da Cergnai, salire a Col Cumano o recarsi a Castel dove c’era addirittura una manovia realizzata da artigiani, che evitava di risalire non più a scaletta ma aiutati da questo impianto a motore.
La Manovia di Castèl è l’elemento che possiamo adottare come esplicativo della passione che c’era a Santa Giustina per lo sci. Pur essendo vicina al Campòn e al Nevegàl, la Valbelluna era ai margini del grande movimento sciistico, ma proprio la passione trasversale in diversi ceti sociali ha fatto nascere questo sodalizio che, ancora dopo 40 anni, gode di ottima salute. Non sono molte le società sportive dilettantistiche non agonistiche, che restano in vita per 40 anni. Questo è il frutto di valori molto forti che si sono cimentati all’interno del Club, che – guarda caso – ha portato nei campi scuola di sci, in quest’ultimo dicembre, la terza generazione.
Le gite e i corsi
Nei primi anni 80 le mitiche gite sulla neve chiamavano a raccolta centinaia di appassionati, tanto da riempiere anche 4-5 pullman, frutto di un movimento straordinario che stava cambiando la qualità della vita al paese, partendo dai corsi tuttora praticati. Significativi i corsi a Colfosco con pernotto, in situazioni difficili allora, improponibili oggi; fondati sulla condivisione non solo dello sport, ma anche di familiarità, umanità, disponibilità, valori veri di generosità gratuita nei quali lo Sci Club ‘980 ha trovato fondamento e poi elevazione. Questo è il segreto di tanta longevità.
Sci Club oggi a “km zero”
I valori sono gli stessi, l’organizzazione è mutata, allineata alle nuove direttive di legge. Lo Sci Club oggi ha allargato il perimetro: non guarda solo a S. Giustina, S .Gregorio e Cesio, ma ora vi sono iscritti dalla Sinistra Piave e anche da Singapore, Inghilterra, Bologna, Mantova, ecc. Questi sono gli iscritti che più ci emozionano: sono i nostri nuovi emigranti che voglio mantenere il contatto ombelicale con il paese natio.
I corsi si svolgono da anni al San Pellegrino con base Falcade, ma la gita nel periodo di carnevale l’organizziamo al Monte Avena. Come Sci Club, vogliamo essere promotori del nostro territorio: le Dolomiti non sono solo quelle delle cartoline, ma iniziano qui nelle Alpi Feltrine con il comprensorio del Monte Avena che noi frequentiamo e sosteniamo.
Il calo demografico, che ha fatto diminuire i praticanti, e i costi, sempre crescenti e per tante famiglie insostenibili, sono due grossi ostacoli alla diffusione di questo sport. L’unico vettore che può portare gli sciatori sulle piste è uno Sci Club di valle che non punta all’agonismo ma al coinvolgimento. Per le cause prima esposte, senza il movimento degli sci club, lo sci ritornerebbe a uno sport nuovamente di élite. Lo sci club è l’ultimo baluardo per far tornare ragazzi a praticare questa disciplina.
E per Mondiali 2021 e Olimpiadi 2026 vogliamo essere protagonisti del nostro territorio.