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Sanvido Classic

Sanvido Classic

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n uomo e le sue passioni; Sergio Sanvido, artigiano delle due ruote, bellunesi, venete, nazionali e oltre”. Era questo il titolo scelto dall’Uc Valbelluna per l’incontro che ha aperto, sabato 27 agosto, la due giorni della Sanvido classic. Un titolo quanto mai attrattivo, come ha confermato la nutrita presenza di appassionati al Museo di Seravella.   

Dopo i saluti del sindaco, Carlo Zanella, il conduttore Silvano Cavallet ha tratteggiato la figura di Sanvido e del suo impegno, utilizzando alcuni stralci da un libro di grande impatto: “l’ABiCi, l’alfabeto e la storia della bicicletta. Museo Toni Bevilacqua di Sergio Sanvido”, scritto da Claudio Gregori.

Un lavoro che (nonostante il titolo) non è la guida del museo ma è, assieme, il racconto di un’avventura e di una leggiadra invenzione. “L’avventura riguarda la bicicletta e ha fatto sbocciare l’invenzione. Autore dell’invenzione è Sergio Sanvido, un meccanico che ha messo insieme una straordinaria collezione e, con la sua passione, ha trasformato Cesiomaggiore nel paese della bicicletta”.

Di qui ha preso le mosse una narrazione che ha visto nel ruolo di attori la bicicletta, gli atleti e tanti protagonisti della vita politica, economica, letteraria.

A salire sulla ribalta sono stati, poi, tanti interpreti della stagione di Sanvido. A cominciare dall’amico fraterno – e sodale in tantissime iniziative – Bruno Carraro (“Una bicicletta di Sergio fa bella mostra di sé nel salotto di Alain Delon”) e continuando con Angiolino Vinci, a lungo presidente provinciale della Federciclo. E poi ciclisti che hanno caratterizzato quella stagione. Da Loris Zampieri a Mirco Canzian, da Isidoro Busana ad Amedeo Rossi, da Delfino Dolo a Vittorio Zago, da Giacomo Bassani a Walter Fagnani, da Mauro Orzes a Natalino Magagnin, tutti ad offrire un aneddoto, una curiosità.

Domenica 28, poi, conclusione dell’evento con la Sanvido classic, ciclostorica giunta alla quarta edizione. Due i tracciati proposti, con partenza e arrivo a Cesiomaggiore, rispettivamente di 47 e 66 chilometri, disegnati su strade asfaltate di bassa percorrenza ma anche bianche e campestri, nel territorio di Cesiomaggiore, Feltre, Pedavena, Fonzaso e Seren del Grappa.

Lionello Gorza poi, ha ristorato i concorrenti nella storica Birreria di Pedavena dove, nel 1946, ci fu l’incontro e la nascita dell’amicizia fra Sergio Sanvido e Toni Bevilacqua. Arrivo al Museo della Bicicletta e pranzo finale alla Festa della Patata.

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