Nel febbraio scorso, durante lavori di sgombero della neve del marciapiede, il mezzo meccanico impiegato aveva parzialmente distrutto l’acquasantiera in pietra ubicata all’esterno della bella chiesetta dedicata a Santa Elisabetta attigua al cimitero di Villabruna. Se ne era immediatamente accorto l’appassionato Fabio Bona che, dopo aver avvisato il parroco don Lucio Pante, si era interessato presso il Comune di Feltre, che aveva positivamente risposto essendo la ditta assicurata. L’acquasantiera presentava micro fessurazioni dovute al colpo inferto e ad una piccola caduta di intonaco in un angolo. Il danno si è rivelato facilmente riparabile e i restauratori hanno provveduto proprio in questi giorni alla ricomposizione della piccola acquasantiera e alla riparazione della sbeccatura.
L’intervento è stato effettuato gratuitamente dalla ditta di restauro di Sedico “Altinate” di Federico Pat & C. che già nel 2016, grazie all’interessamento dello stesso Fabio Bona, parrocchiano particolarmente innamorato del patrimonio artistico locale, restaurò le superfici esterne del capitello di Villabruna portandole all’antico splendore.
In occasione dei cinque anni dal restauro e dei vent’anni di attività i restauratori, altrettanto desiderosi di lasciare il capitello in ordine, si sono offerti di eseguire anche una leggera pulizia degli intonaci per la rimozione di depositi di particellato e di riequilibrare le superfici esterne con velature a base di calce per nutrire e proteggere l’intonaco. Piccole operazioni per la cura di un manufatto isolato che sarebbe stato lasciato al suo destino, ma che nasconde al suo interno pregevoli affreschi che meritano di essere valorizzati.
La stessa chiesetta è stata oggetto di lavori dopo anni di abbandono: carenza di manutenzione e l’umidità ne avevano provocato un lento è inesorabile degrado. Dopo i più consistenti e corposi lavori di restauro che ne hanno interessato le fondamenta e il tetto (Studio Doglioni-Daminato e ditta Chiea), ora è ora, almeno dal punto di vista statico, in sicurezza. Essa viene considerata un “pezzo” di storia per il paese e non solo, sostenuta grazie a privati e gruppo Alpini e Amici del Casel con i proventi di una ex tempore di pittura e l’offerta di una litografia di Vico Calabrò.
Una curiosità: negli anni 50 circa un camionista, transitando con un carico di legna troppo alto, danneggiò la struttura lignea che attraversava l’intera strada; per eliminare la pericolosità questa venne demolita, però i pilastri a valle restarono sino al 1963 quando venne realizzata la nuova strada. Ora servono ulteriori contributi e donazioni per completare l’opera.