Già. Salmenega, la ridente frazione occidentale del Comune di Santa Giustina, pare abbia tutte le caratteristiche per ambire pure essa ad assurgere a Patrimonio Unesco! È accerchiata da uno scenario dolomitico di prim’ordine, rappresentato dal gruppo del Pizzocco già inserito nel patrimonio Unesco dal 2009. È posta in un bel balcone collinare, è un borgo antico asservito alle ville padronali che lo circondano e fra un po’ avrà il suo bel vigneto, quindi per analogia può chiedere anch’essa di essere annoverata tra i siti di interesse mondiale riconosciuti dall’Unesco. Basta far domanda!
A Salmenega è stato, infatti, modellato un podere di 8 ettari (80.000 mq) per mettere a dimora un vigneto. È l’esempio più recente, ma ve ne sono certamente altri sul territorio bellunese.
PROSECCO DELLA VALBELLUNA
Da quando la Regione del Veneto ha esteso l’area doc alla provincia di Belluno, infatti, anche in Valbelluna si stanno moltiplicando gli impianti per la produzione di prosecco; segno che ci sono delle opportunità di carattere economico, occupazionale, ecc., ma questo, nel caso specifico, lo si potrà valutare solamente quando l’impianto entrerà a regime.
Un occhio di attenzione la gente lo pone sempre sull’ambiente: accettabile l’aspetto paesaggistico quando questi tipi di impianti si sostituiscono spesso a terreni incolti o abbandonati, consentendo così un recupero della coltivazione del territorio che risulta positiva. Preoccupante invece la questione qualora questi interventi fossero destinati a una coltivazione intensiva, perché si sa che i trattamenti in queste tipologie sarebbero importanti.
NON C’È UNA LOCALE CANTINA
Riferendosi a un contesto più generale, la coltivazione dei terreni per la produzione di prosecco in Valbelluna è sostanzialmente recente; si contano impianti a Limana, Trichiana, Cesiomaggiore, uno ai Fant di Santa Giustina e non c’è ancora una cantina locale, che potrebbe portare sicuramente occupazione e sviluppo di un vino che potrebbe far rimanere in loco anche i corrispondenti utili. Una cantina locale sarebbe auspicabile anche se, considerata la relativa vicinanza con la terra trevigiana, appare remoto e difficile che possa sorgere una cantina in Valbelluna.
LE SENSAZIONI DEI SENSI
Se da un lato il senso della vista sarà appagato nel vedere il territorio ben curato, in ordine, con i vigneti che “pennellano” l’ambiente agrario come in un’opera d’arte, un altro senso, quello dell’olfatto, non ha le stesse sensazioni della cugina vista: ed è preoccupato di ciò che sta respirando.
L’IMPORTANZA DEI CONTROLLI
Ma se il tema “cantina” è una questione importante sì, ma del “poi”, quello che solitamente preoccupa la gente comune e gli abitanti attorno a questi nuovi impianti è l’argomento trattamenti, tant’è che è giunta alla redazione la richiesta di approfondire la questione.
«Visto che qui piove più spesso che a Valdobbiadene, quanti trattamenti faranno?», si chiedono i residenti. Domande legittime e allo stesso preoccupate, che hanno bisogno di riposte, come anche: «A chi spetta il controllo, chi lo fa? A chi spettano le spese di laboratorio dei controlli dei trattamenti?». Essendoci in loco, tutto sommato, poche esperienze del tipo, c’è anche molta disinformazione che sarebbe auspicabile venisse colmata.