Una chiesa, un municipio, una piazza. In fondo, San Gregorio nelle Alpi è tutto qua. Si differenzia dagli altri paesetti limitrofi per un fatto: appena nasce, il sole lo inonda e lo riscalda; più a valle può esserci una nebbia fitta, qui no. E poi ci sono le chiesette frazionali ed ognuna è venerata sempre nel giorno dei santi o del santo ai quali è dedicata.
Sabato 18 gennaio il paese ha partecipato accorrendo nella chiesetta della frazione di Saltoi, dedicata – come si vede chiaramente dalla pala dell’altare – a Sant’ Antonio Abate (quello del “porcel”), famoso per aver curato per primo il “fuoco di Sant’Antonio” ungendo la parte malata con il grasso di maiale (gli antibiotici erano di là da venire).
Per la festa del patrono, la gente si porta appresso anche gli animali, naturalmente chi li ha; così davanti alla chiesetta si sono raccolti asini, mucche, pecore, cani di varie taglie e razze, gatti, e anche un’oca portata da Simone. Dopo la messa allietata anche dal coro, don Anselmo ha benedetto tutti, “omeni e bestie”; quindi il rinfresco e l’asta per poter raccogliere i fondi occorrenti al restauro della chiesetta.
Imbonitori Rino e Graziano, a turno, che sono riusciti a vendere un “penin de porsel” per 15 euro o un sacco di patate a 30. Nella sede degli Alpini poi è seguito il pranzo a base di trippe e “scorzet”.
Bravi tutti quelli che hanno contribuito con le cibarie e i dolcetti per il rinfresco, chi ha preparato il vin brulé che, data la giornata fredda e uggiosa, ci voleva proprio.