È corretto che il Comune di Feltre chieda e pretendache i cittadini tengano pulite ed in ordine le pertinenze di casa, ma in realtà è il primo a dare un cattivo esempio non procedendo all’eliminazione di un’area fatiscente e degradata, rifugio di topi e serpenti. Si trova a Villabruna centro in via San Giorgio, proprio a ridosso del fabbricato di proprietà comunale in piazza. Proteste verbali e “inutili” incontri annuali non hanno sinora dato alcun esito; ne avevamo già parlato anche su questo giornale ma repetita iuvant.
Eppure la speranza di vedere sistemata la zona era nata quando, lo scorso anno, si ebbe notizia di un corposo finanziamento per la ristrutturazione del fabbricato comunale principale che accogliava sei appartamenti di edilizia popolare e, al piano terra, la farmacia e l’ambulatorio, ora desolatamente vuoto. Invece niente… si tratterà della sostituzione della caldaia con una più efficiente a condensazione, dell’eliminazione del deposito del gasolio, di lavori di adeguamento energetico con coibentazione e del riassestamento del manto di copertura; grande la delusione all’annuncio dato con enfasi dall’assessore Valter Bonan.
Sembra che l’amarezza sia tale che si vocifera già che verrà presentata, alle prossime elezioni comunali, una lista che possa portare sul Colle delle Capre almeno un consigliere il quale possa perorare le esigenze, spesso minimali, di Villabruna, Umin, Arson e Lasen. Bisogna, infatti, sottolineare che negli ultimi decenni la pur popolosa frazione non riesce a far eleggere un rappresentante in Comune; storicamente, l’ultimo fu Luciano Bona, consigliere ed assessore, e la differenza si notava, eccome.
Tornando al rudere, oramai il tetto è crollato e all’interno sono cresciuti alberi; sono ancora presenti rifiuti, cassette di plastica, bottiglie, è un ricettacolo per animali mentre la rete arancione posta a protezione (a nascondere parzialmente la vergogna) è rotta in più punti e potrebbero anche entrarci dei bambini, con possibilità di pericolo. Per fortuna il magazzino antistante non ha fatto la stessa fine grazie agli alpini che anni fa, con un esborso di circa 15 mila euro, lo hanno sistemato e ne hanno fatto il deposito per i materiali delle feste.
Per la cronaca, quei ruderi indecenti un tempo servivano da magazzini e c’era pure un mattatoio. Un plauso invece alle signore Mara, Tiziana e Ivana che hanno ornato di fiori la fontana a loro spese: brave, davvero.