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Ricostruito il ponte a “La Busa” di Soranzen

garantirà di nuovo l'accesso alle abitazioni in loco

Ricostruito il ponte a “La Busa” di Soranzen

garantirà di nuovo l'accesso alle abitazioni in loco

Eh sì… ricostruito, per l’ennesima volta, in quanto il Caorame trova sempre il modo di portarselo via a causa del suo letto, in quel punto stretto e poco profondo.

Già negli anni 1930-40 – ci racconta Serena De Gasperin residente alla Busa e buona conoscitrice di storia locale – esisteva un ponte di legno comunale, più a monte dell’attuale, come si può vedere in mappa, che svolse il suo compito finché nel 1952, durante una piena, il Caorame deviò il suo corso, portandosi sulla sinistra orografica e lasciando così il ponticello… a secco!
Fu in quell’occasione che si pensò di ricostruirlo, sempre in legno, più a valle, nella sede attuale. Anche questo servì egregiamente fino all’alluvione del 1966 che lo distrusse. Rifatto sempre in legno da Toni Campetti e Toni Meneguz, durò poco, fino al 1967, quando il Caorame, dispettoso, se lo riportò via. Si decise allora di rifarlo in maniera più robusta: l’impresa di Domenico Pollet, su incarico del CFS, lo ricostruì in cemento armato con putrelle in acciaio e mancorrenti in tubi di ferro. Quest’ultimo durò, servendo da ponte (e da trampolino per i ragazzi nei mesi estivi!), grazie all’opera manutentiva dei soliti Campetti e Meneguz con materiale del comune, fino al 29 ottobre scorso. Fra le 18 e le 19, infatti, un’improvvisa onda di piena, le cui cause non sono ancora chiare (mancato o ridotto svuotamento preventivo del lago della Stua? Sforo della diga della Stua? Apertura delle paratie e dello scarico? Sfondamento di barriere naturali come frane o ammassi di tronchi in alveo?) se l’è portato via, lasciando isolate le case in destra orografica. Queste sono abitate stabilmente da tre donne e l’unico collegamento rimasto loro era un sentiero fino alle ex scuole di Montagne o un percorso “alla Tarzan” su degli alberi caduti proprio di traverso al Caorame. In effetti il tempestivo intervento della Protezione civile comunale ha consentito, almeno, il passaggio di generi di prima necessità per le persone e gli animali con una carrucola sopra questi tronchi.

Nell’attesa di capire chi, come e quando, potrà ripristinare il ponte, si è pensato di installare una passerella pedonale. Proposta di cui si sono fatte carico, in novembre, oltre che le tre donne anche alcune persone, fra cui Giovanni Sogne, e associazioni di volontariato che hanno chiesto l’intervento del Comune. Sono seguiti vari scambi di telefonate, mail, lettere, incontri, non tutti a “tarallucci e vino”, finché è risultato chiaro che la passerella non si sarebbe fatta. Due delle tre signore si sono trovate un’altra sistemazione mentre Veneto Strade s’impegnava nella realizzazione del nuovo ponte.

Finalmente, in dicembre, l’impresa Aurelio Schenal di Soranzen viene incaricata da Veneto Strade di realizzare una scogliera nelle adiacenze e i lavori veri e propri sono iniziati a metà gennaio e si sono conclusi il 14 febbraio: così, finalmente, nel giorno di san Valentino, dopo tre mesi e mezzo, le tre donne sono potute rientrare nelle loro abitazioni attraverso l’ennesimo ponte, bello e sicuro, sul Caorame.

Come si è conclusa questa vicenda? Certo, l’importante è il risultato, speriamo duraturo visti i tempi meteorologici che corrono, ma ci chiediamo se anche il modo, in particolare la chiarezza e la disponibilità all’ascolto con cui ci si arrivi non siano importanti per un rapporto sereno e fiduciale coi cittadini che tutti auspichiamo.

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