Maggio 2019. Dopo ventotto ininterrotti anni, Gino Balest lascia la guida della Casa di riposo di Meano; già prima di quest’ultimo mandato aveva espresso la volontà di farsi da parte. L’invito però dei consiglieri più giovani che lo affiancavano l’ha indotto ad accettare ancora una volta di rimanere per dare una mano, in quello che era una sorta di passaggio delle consegne. Il nuovo consiglio di amministrazione, la direzione, i volontari, il personale sia operativo che religioso, ma soprattutto gli amati ospiti avevano in programma una festa ad hoc per salutarlo e ringraziarlo per quanto fatto nei quasi sei lustri di presidenza.
Il destino crudele ha deciso per un finale diverso: il tributo c’è stato e di quelli consoni al personaggio di spicco qual era Gino, ma fino all’ultimo tutti speravamo di poter mettere in atto quanto pensato ed ideato tempo addietro. Ci ha sempre pregato di aspettare che arrivasse il momento opportuno, che sicuramente ci sarebbe stato. Questo denotava anche un animo pieno di speranza nell’affrontare la malattia che l’aveva colto di sorpresa. Gino è sempre stato un lottatore: lo ha dimostrato in molte occasioni, in particolare nelle varie fasi della vita della Casa di riposo.
Negli ultimi venticinque anni ci sono stati cambiamenti epocali, come la nuova Piastra servizi fronte strada provinciale, ma lo sforzo sicuramente più grosso è stato quello della ristrutturazione del vecchio nucleo centrale della Villa Testolini, con la messa in sicurezza sismica, ma anche seguendo le direttive di disposizione degli ambienti, a norma di leggi e regolamenti che Ulss e Regione dettavano di volta in volta. Un ginepraio burocratico che il presidente, supportato dai consiglieri di turno, dai professionisti accreditati, dal personale preposto ha saputo affrontare e risolvere brillantemente. Era orgoglioso di quanto fatto, tanto più quando gli pervenivano da più parti i commenti positivi sulla struttura e, perché no, anche i complimenti.
Quando in Casa di Riposo c’erano degli avvenimenti di intrattenimento con gli ospiti, alpini, cori, gruppi teatrali, bambini dell’asilo o delle elementari o altri, lui era sempre in prima fila e il primo a divertirsi, magari ballando con qualche nonna ospite alimentando un’allegria contagiosa. La sua presenza era assidua in particolare la domenica mattina, per un veloce saluto e un buon pranzo a tutti gli ospiti. Permettetemi ora un ricordo personale, perché Gino è stato anche presidente per un mandato (metà anni Settanta) dell’Unione Sportiva Meano, quello della partecipazione della società al prestigioso Torneo Longarone, dove il sottoscritto era un tesserato che faceva parte della squadra e da lì l’ho sempre considerato “Il Presidente”. Lo salutiamo tutti con un caro ricordo nel cuore e lo immaginiamo in plancia al timone della nave che fa rotta verso il mare dell’eternità. Ciao Presidente.