Trent’anni di impegno nell’inventare sistemi di prevenzione e per il consolidamento di sponde e muri. Conosciamo Francesco Facchinato, ingegnere esperto in prevenzioni ambientali
Nato ad Arsié, dove abita, ha frequentato il Liceo Scientifico “Galilei” di Belluno (suo compagno era l’attuale Ministro dell’economia Daniele Franco), poi ha frequentato l’Università a Padova e si è laureato in ingegneria civile nel 1976, Insegnante di Fisica e Topografia per 13 anni, ha svolto la scuola militare alpina di Aosta nel 1976 divenendo Sottotenente. Sposato con la moglie Annarita Dalla Torre (di Sorriva), ha tre figli: Maria Elena, Caterina e Andrea. Negli anni 90 è stato consigliere sezionale e coordinatore della Protezione civile dell’Ana; ha pubblicato vari testi innovativi, anche premiati; si può definire “inventore” perché ha brevettato sistemi di consolidamento di muri a secco, scarpate, vasche estrazione inerti e altro; tra le molte opere progettate anche il nuovo stabilimento di Lattebusche.
Consolidamento muri a secco
I bei muri realizzati dai nostri nonni con grande maestria sono un patrimonio che andrebbe conservato e valorizzato, anche a fini turistici ed ambientali. Ebbene il nostro ingegnere ha da tempo scoperto “l’uovo di Colombo”, un sistema semplice e poco oneroso che prevede, oltre alla preliminare pulizia di piante, la vibro infissione di barre d’acciaio ad aderenza migliorata; schiacciate all’estremità, vengono infisse in lunghezze diverse, a seconda del bisogno, a pendenza inclinata e corredate da losanghe in ferro imbullonate; esse trattengono il cedimento, dovuto principalmente al crescere di piante, causa mancata manutenzione (gli anziani la facevano!) e in alcuni casi lo spanciamento con stesso metodo e la posa di reti elettro saldate.
Minimale l’attrezzatura occorrente: compressore portatile, generatore e demolitore a compressione; il sistema è poco oneroso e utilizzabile da poco personale.
Consolidamento scarpate e cigli stradali
Dopo idonea pulizia e sagomatura della scarpata si procede alla posa di reti elettrosaldata, anche queste fissate con apposite barre vibro infisse di diversa lunghezza e inserimento ove possibile di tubi drenanti. Il sistema è già stato collaudato in diversi interventi con ottimi risultati: impedisce infatti l’erosione delle sponde, delle scarpate e dei cigli stradali e va sottolineato il modesto costo, che potrebbe essere dei soli materiali. La posa è adatta anche a squadre di Protezione civile o volontariato debitamente istruite.
Separazione e asporto inerti e
alberi durante fenomeni alluvionali
Le oramai ricorrenti alluvioni, le cosiddette “bombe d’acqua”, provocano danni enormi e purtroppo lutti, quasi sempre dovute a mancata manutenzione; i danni sono dieci volte superiori al costo di opere di prevenzioni, anche minimali. Un esempio è costituito dal realizzare vasche di accumulo e stazioni di estrazione appena a monte di ponti; oramai i mezzi meccanici sono diffusi e disponibili. In caso di fenomeni alluvionali sia maestranze che attrezzature sono fermi, quindi utilizzabili in ogni comune attraverso un piano predisposto in tempo utile. L’intervento consiste nel realizzare, appena a monte del ponte, una vasca di accumulo raggiungibile da un escavatore. Se l’alluvione trasporta materiali inerti e alberi, che intasano il deflusso (utili grate a 45° per fermare alberi e tronchi ) si potrà quindi estrarre e pulire l’alveo con un escavatore e un paio di autocarri. Una stazione sperimentale è visibile a monte di Rasai sul torrente Biotis.