A Stabie si smette di salire
davanzale sulla valle posteriore.
Le foglie del rosso autunno scorso
sono già nere ai piedi del sentiero
morbido e solitario dietro il bancone di Clara.
Dalla curva del poggio l’aria precipita nel vuoto.
Giù in basso, lontano, quasi miraggio
il bianco luccicante delle ghiaie di fiume
e qualche bagliore di troppo per il traffico
di veloci insetti metallici sulla statale.
- da “Strada che porta a Stabie nel giorno di Pasqua”
Apriamo con i versi di una sua poesia la presentazione di Pier Mario Vello, ecclettica figura di straordinario spessore, profondamente legato alla sua terra d’origine, Lentiai, dove tornava spesso per ritrovare intatte le sue radici. Per naturale riserbo, frutto della profonda umiltà e semplicità che lo caratterizzavano, non palesò mai al suo paese gli importanti traguardi e riconoscimenti che ottenne. In questo momento complesso e sfidante a livello planetario, vorremmo contribuire attraverso le testimonianze raccolte a suscitare nei lettori il desiderio di approfondirne la conoscenza e il messaggio innovativo e rivoluzionario che lasciò in eredità.
Pier Mario Vello nasce a Villapiana di Lentiai nel 1950 e a sei anni si trasferisce con la famiglia a Torino, dove si laurea in filosofia teoretica. A Milano consegue una seconda laurea in Business Administration presso l’Università Bocconi. Nel 1983 sposa Nadia Canton al Santuario di San Vittore e Santa Corona (Feltre), ha una figlia, Sara. Vive a Milano, dove si occupa di learning creativo ricoprendo posizioni di direttore generale e amministratore delegato in importanti aziende. Grazie alle qualità professionali e umane straordinarie, porta per tre volte la propria azienda a classificarsi tra le prime dieci imprese in Europa dove si lavora meglio. Ricopre la posizione di Segretario Generale della Fondazione Cariplo fino alla sua improvvisa scomparsa il 29 giugno 2014. Oltre ai temi economici, ha approfondito quelli dell’apprendimento cognitivo, delle dinamiche della creatività e degli aspetti valoriali nei gruppi, nella ricerca si è distinto per il significativo apporto nel promuovere una migliore comprensione tra le persone, ottenendo riconoscimenti internazionali.
Mantiene con la propria terra d’origine un rapporto segreto ed intenso. È un assoluto outsider della produzione poetica, rimanendo estraneo ai cenacoli e alle correnti letterarie di moda. E alla terra bellunese dedica nel 2010 la sua prima raccolta di poesie “Itinerari atletici. Poesie del corpo e del distacco”, interamente dedicata alla riscoperta dei luoghi natali e del contatto con la natura, una guida poetica per itinerari sulla falsariga delle mappe commentate per escursionisti ed atleti: sentieri percorribili a piedi o in bicicletta, lontani dagli itinerari comunemente frequentati, compresi tra il Parco Nazionale delle Dolomiti bellunesi e la dirimpettaia Foresta Demaniale del Monte Garda.
Oltre alle tante conferenze tenute in Italia, ha organizzato incontri a Belluno e a Mel su temi diversi (la tolleranza, critica all’opera di Buzzati, equità della ricchezza) per condividere le proprie conoscenze con la terra natia. La famiglia gli dedica un sito piermariovello.it, che viene costantemente aggiornato con riconoscimenti, poesie, bibliografia, ricordi e foto con l’obiettivo di divulgare il pensiero illuminato e illuminante.
Il ricordo della Dr.essa Elisa Bortoluzzi Dubach –
Consulente di Relazioni Pubbliche, Sponsorizzazioni e Fondazioni,
autrice e docente presso varie università e istituti superiori
in Svizzera e Italia
«Ricordo il mio primo incontro con Pier Mario Vello come fosse adesso. Mi era stato chiesto di intervistarlo per una rivista specializzata in filantropia tedesca. Gli avevo mandato le domande per mail. Arrivata a Milano, mi accoglie con un gran sorriso, intervista già tradotta e un fotografo pronto per realizzare uno scatto. Ero senza parole. In cinque minuti avevamo risolto. A questo punto mi chiede se mi piace l’arte e mi porta a vedere le torri di Kiefer: per un’ora, ho guardato il mondo con occhi diversi. Poi, mi riaccompagna alla stazione e mi consegna un libro di poesie, sue.
Io che avevo accettato il libro per pura cortesia, all’altezza di Chiasso, immersa nella lettura, mi rendo conto di avere a che fare con un genio. Le sue poesie originalissime, toccavano l’anima. È stato l’inizio di un’amicizia personale e professionale. Pier Mario aveva il dono dell’autorevolezza: la porta del suo ufficio sempre aperta, il volto sempre sorridente, era una persona che si imponeva per la sua competenza e non per il fatto di essere il Segretario Generale di Fondazione Cariplo. Accoglieva tutti nello stesso modo, che fossero autisti o capi di stato, con garbo e disponibilità. Era un uomo di grande cultura e mille interessi, privatamente ci scambiavamo impressioni sulle nostre letture, su testi e idee, progetti…
Era un essere umano di sconfinata generosità, sempre pronto ad aiutare tutti, di persona, con consigli precisi e puntuali. Era riconoscente e lo dimostrava in ogni occasione, privata e pubblica e aveva un gran senso dell’umorismo. Era un visionario e un uomo lungimirante. È stato il mio maestro. Ha cambiato la mia vita di docente e di autrice. Con lui, ho scoperto il significato profondo delle parole “filantropia” e “generosità”. Per questo, sentirò sempre un’infinita gratitudine. Grazie Pier Mario!»
Pensare oggi a Mario – Prof.ssa Clelia Martignoni – Università di Pavia
«Pensare oggi a Mario Vello dopo otto anni dalla precoce e fulminea scomparsa non significa solo ricordarne la presenza energica in tutti i campi intellettuali e pratici, le straordinarie qualità, la fantasia, la generosità, e il rigore. Un altro pensiero accompagna inevitabilmente per me il rimpianto di Mario negli ultimi anni devastanti che stiamo vivendo globalmente: lo scoppio della pandemia, la recente guerra che vede continue vittime e distruzioni, l’emergenza ambientale e climatica che ci assedia, il disastro economico… In questa condizione le cui ragioni vengono da molto lontano e investono le responsabilità dell’uomo, spesso penso a Mario, uomo “sociale” per eccellenza, solidale, esperto di economia e sensibile all’equità, nutrito di idealità ma anche di pragmatismo, immerso per professione e indole nella vita civile, intellettuale e poeta pieno di progetti… E mi chiedo come avrebbe agito nel presente, quante iniziative avrebbe messo in moto, a quante avrebbe collaborato, come avrebbe orientato il suo operato e la sua vita intellettuale e civile, come si sarebbe speso a favore degli altri. Ancora di più ci manca, e so di condividere questo sentimento con la famiglia a lui carissima e con chi lo ha amato e apprezzato.»