Lucciola: dalla sorpresa alla concentrazione
“Guarda mamma una lucciola!”
L’attenzione rivolta ad una piccola luce che appare e scompare. Il bambino si attiva e comincia ad inseguirla sperando di poterla acchiappare. La sorpresa è un elemento che incuriosisce il bambino e che mai deve mancare per convogliare la sua attenzione verso ciò che desideriamo lui apprenda.
Inseguire una luce allena gli occhi a soffermarsi su un punto. Se volessimo imitare la lucciola con una piccola torcia potremmo proporre esperienze di inseguimento visivo, abilità che prepara anche i più piccoli alla lettura e che, se allenata, aiuta a diventare sempre più abili e quindi veloci.
Lucciola: il gioco del “cucù” per affrontare le assenze
Appare-scompare questa piccola lucetta nel buio, “Ci fa gli scherzetti, la lucciola, gioca al cucù”. Per i bambini di due anni questo gioco è un bisogno. Nascondendosi sotto la coperta o dietro il muro oppure solamente coprendo gli occhi con le mani, un bambino sperimenta l’apparire e scomparire di oggetti e persone.
Dal punto di vista emotivo/affettivo questa esperienza di gioco lo rassicura nei confronti delle figure di accudimento perché capisce che se non le vede più, non è per sempre (paura dell’abbandono), ma ritorneranno. Il bambino non ha ancora raggiunto lo sviluppo cognitivo che gli permette di avere dentro di sé questo concetto, “la persistenza dell’oggetto”, che ha a che fare con la memoria, la rappresentazione mentale.
Ecco perché giocare al cucù è entusiasmante, anche se appare così semplice, perché risponde ad un bisogno.
Maggiolino, coccinella: corazza e autocontrollo
Questi insetti hanno una forte corazza (le elitre) che lo aiutano a difendersi. “Dai giochiamo a costruirci uno scudo, prendiamo un bastone e… all’attacco!” La lotta è un gioco innato tra i cuccioli: aiuta a misurarsi, a valutare la propria forza fisica, l’equilibrio, il coraggio. È funzionale al bambino per imparare a dosare la forza, a mirare un punto preciso (abilità oculo-manuali) nel colpire lo scudo avversario. Sentirsi al sicuro dietro una protezione dà coraggio. Giocare a fare finta permette di sperimentarsi in un contesto protetto anche per quanto riguarda il rispetto di regole condivise. La regolazione tonico-emotiva permette un gioco divertente, prolungato, mentre la sopraffazione di emozioni e tensioni fa terminare l’esperienza; è così che il bambino si regola autonomamente.
Alla fine saranno però gli stessi bambini a sorprendere i grandi con la loro fantasia! Ai grandi il compito di accompagnare i cuccioli d’uomo a scoprire se stessi, gli altri, il mondo.