Vorremmo prendere spunto dalla “Giornata nazionale del Dialetto e delle lingue locali”, celebrata in tutta Italia il 17 gennaio, su spinta dell’Unpli (Pro loco) nazionale, per valorizzare la “lingua dei poveri” anche tramite il nostro nuovo sito. Off-line, lo facciamo da tempo. Prova ne è la rubrica sulla nostra rivista “Al canton dei bekanot”, “vivo” spazio d’opinione, atteso e seguito grazie alla penna di Mario e Bruno. Ma anche in altri articoli, di cronaca o d’attualità, spesso trovano volutamente spazio termini dialettali o intere parti d’intervista riportate in dialetto.
In provincia, la “Giornata del dialetto” è stata celebrata a Sospirolo, grazie alla Pro loco “Monti del Sole” e alla biblioteca comunale, con un’originale serata dal titolo “Parole conze: i dialetti come alimento di identità e dignità condivisa”, piacevolmente raccontate da Gianluigi Secco e Francesco Piero Franchi. Ecco le significative parole di “Gianni” Secco, in occasione della serata.
“Che cos’è il ‘dialetto’ e come è stato interpretato nel corso del tempo? Una lingua degli ultimi o un linguaggio misconosciuto e spesso censurato per capriccio o molto spesso per ignoranza dal Potere (non a caso uno studioso di fama definì la ‘lingua’ come un dialetto dotato di Esercito e Marina)?
È la maschera verbale dell’identità personale, familiare, paesana, regionale; è la lingua della sicurezza, della protezione perché costruita su suoni gesti cadenze tipiche abituali di ogni individuo e su segni e codici condivisi che stanno alla base della propria certezza personale, fondamento di ogni senso di appartenenza.
Il riconoscimento dell’uso del proprio dialetto (ovvero lingua) dovrebbe perciò comparire tra i diritti fondamentali di ogni persona e in tal senso essere tutelato universalmente e non discriminato per meri motivi politici (potere sul territorio), di fatto non contrastando con la possibile adozione di “sovralingue” (lingue tetto) che comunque già s’impongono in base all’uso delle lingue economiche e tecnologiche che vanno affermandosi”.
Lo spettacolo
Gianluigi “Gianni” Secco e Francesco Piero Franchi, su invito di Comune di Sospirolo e Pro loco “Monti del Sole, hanno dato vita a un grande spettacolo con “Parole conze”. Insieme a loro, la padovana Rachele Colombo, con la chitarra e la sua meravigliosa voce, il trevigiano Augusto Prosdocimo dei Tiratirache, e Cimo Nogarin, veneziano, chitarra e voce; tre grandi artisti e compositori.
Anche se molti dei brani erano tratti da “Mitincanto”, opera che raccoglie libro e dvd con canzoni sui miti della tradizione veneta, gli interpreti si sono scambiati i pezzi e, in un continuo incrocio tra narrazione in rima, canto e aneddoti, hanno dato vita a un’improvvisazione continua. “Ogni differenza di dialetto caratterizza la persona in base alla sua provenienza, è un tratto di identità”, hanno spiegato gli artisti. “Per parlare di temi profondi non sono necessarie le lingue istituzionali che suonano un po’ inchiodate, fredde e non famigliari come il dialetto, testimone di una vita sociale e collettiva”. Tra le esecuzioni “Vajont”, “Un due tre”, “Al fun”, “Orco porco” e molte altre tra canzoni e filastrocche.