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Parole che parlano di noi

Concorso Letterario a Trichiana

Parole che parlano di noi

Concorso Letterario a Trichiana

Domenica 9 maggio, nella Piazza Toni Merlin a Trichiana splendidamente illuminata dal sole, si è svolta la cerimonia di premiazione del concorso “Parole che parlano di noi”, iniziativa promossa dall’Associazione Culturale Veses con il patrocinio del Comune di Borgo Valbelluna. La proposta è nata dall’installazione artistica di Paolo Moro “Opera Zero” inaugurata a Trichiana il 5 settembre 2020, in occasione del trentennale del premio letterario “Trichiana Paese del Libro”. L’opera, di alto valore simbolico, è incentrata sulla figura in legno di un bambino intento a leggere un libro, alle cui spalle escono serigrafate delle lettere che rappresentano “La Parola”, in armonia con i due libri su cui è seduto; l’insieme ha alla base una panchina a forma di libro rovesciato. Il valore simbolico richiamato è legato al significato stesso della parola quale veicolo di contenuti per chi la utilizza, ma anche quale strumento primordiale di socialità, alla base della relazione personale e allargata, nonché principio costitutivo delle strutture fondanti la comunità. L’idea che è scaturita dall’osservazione di questi elementi è stata di coinvolgere i cittadini, adulti e ragazzi, in una riflessione individuale, che poi è diventata collettiva, sulla parola. L’azione che si è voluto promuovere è una raccolta della parola che ciascuno sente come più pregnante e più significativa per il proprio vissuto rispetto a due tematiche fondamentali: la socialità e la partecipazione.

Hanno aderito al concorso un centinaio di candidati, con la partecipazione di singoli adulti e giovani e degli alunni delle classi delle Scuole Secondarie del territorio, esteso il coinvolgimento territoriale del bellunese: i partecipanti provengono infatti da tutta la Val Belluna, dall’Alpago a Seren del Grappa, dalla destra alla sinistra Piave. L’Associazione Veses ha voluto raccogliere i testi in un elegante fascicolo, nel quale le riflessioni personali assumono il carattere di un racconto corale, che documenta e narra lo spaccato di emozioni, immagini, paesaggi interiori ed esteriori, che gli autori hanno illustrato e condiviso con la loro scrittura.

Come sottolineato con acuta sensibilità nella prefazione del Sindaco e Vicesindaco di Borgo Valbelluna, pur ancora attanagliati nella tempesta della pandemia, è stata un’occasione per permetterci di “superare l’isolamento a cui siamo costretti, innescando relazioni ed empatia verso gli altri”, perché la riflessione sui concetti di socialità e di partecipazione – i temi del concorso – ci invita “a cambiare passo e a investire su un altro tipo di capitale, quello sociale, delle relazioni, della fiducia, della condivisione.”

La PREMIAZIONE
La Giuria, composta da Monica Frapporti – Vicesindaco del Comune di Borgo Valbelluna e Elena Gherlenda – Responsabile Ufficio Cultura e Biblioteche di Borgo Valbelluna, Tiziano Dal Pont, Elisa Roldo e Maria Cristina Colle dell’Associazione Culturale Veses, dopo una prima fase pre selettiva, ha decretato i vincitori del concorso, con le relative motivazioni.
La cerimonia di premiazione si è svolta con la autorevole presenza del Ministro Federico D’Incà, che, dopo un attento ascolto dei brani dei ragazzi finalisti, ha espresso il suo pieno apprezzamento per l’iniziativa e per la profondità delle riflessioni. Alla premiazione hanno presenziato la Vicesindaco Monica Frapporti, a rappresentanza dell’Amministrazione di Borgo Valbelluna, e l’artista Paolo Moro, che ha manifestato grande soddisfazione nel constatare che le tematiche dell’opera da lui realizzata hanno trovato nuovi terreni di comunicazione, attraverso la scrittura che ha coinvolto tanti partecipanti a raccontare di sé, realizzando così appieno lo scopo dell’arte come vettore di espressione e crescita sociale. Gli attori della Compagnia Teatrale “Fuori di quinta” Sonia De Bortoli e Erik Sacco Zirio, hanno magistralmente interpretato i brani dei finalisti, affascinando ed emozionando il pubblico presente. Stefania Bonetta ha realizzato il servizio fotografico dell’evento, che è possibile visualizzare integralmente nel sito del Veses.

SEZIONE 1 – scuole
1° posto Simone Pellizzari con “Interconnessione”
2° posto Petru Cociu con “Nessuno”
2° posto pari merito Samuele Sbardellotto con “Perseveranza”
3° posto Lorenza Dalla Vecchia con “Unione”

SEZIONE 2 – aperta
1° posto Fiorenza Mambrini di Belluno con “Sorriso”
2° posto Iva Stefania Menel di Borgo Valbelluna con “Ascoltare”
2° posto pari merito Viviana Carli di Paderno di San Gregorio nelle Alpi con “Vita”
3° posto Claudia Ammendola di Belluno con “Silenzio”
1° Classificato sezione 1 – Scuole
INTERCONNESSIONE di Simone Pellizzari classe 2^B Secondaria di Mel

C’è un legame, un filo che ci collega tutti come trama di una stessa storia.
INTER…internet ce lo mostra: connessioni fra persone lontane che diventano vicine grazie alla rete. Ma anche… INTER …azione, interscambio, interdipendenza, interno. Dentro di noi c’è un filo invisibile che ci lega CON ESSI: animali, vegetali, minerali, tutti siamo “ONE” (UNO), espressioni diverse di un’unica sostanza. INTER CON N ESSI ONE. In fondo siamo fatti tutti degli stessi elementi (azoto, calcio, ferro, carbonio…). Come diceva un astronomo, siamo tutti “polvere di stelle”.

MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Un gioco di parole che lascia intravedere degli aspetti che al primo sguardo non balzano agli occhi, che ci fa capire l’importanza di agire in sintonia, in collegamento e connessione verso tutto e tutti nella società, come nell’ecosistema. Il sottile movimento del pensiero accompagna alla conclusione poetica: siamo tutti “polvere di stelle”.

1° Classificato sezione 2 – Aperta
SORRISO di Fiorenza Mambrini – Belluno

Frugo tra le parole per sceglierne una speciale …e spunta un sorriso,
il primo che vuoi se scopri che non sei solo, poi quello con cui ricordi le risate più sonore, colorate di lacrime allegre, e lo stesso che rimpiangi se i pensieri sono densi di dolore. Un sorriso a chi sente tutto con te, al sogno realizzato e al prossimo, che già vedi ad occhi chiusi. Un sorriso per sentirti accolto e per abbracciare senza toccarsi. Ancora increduli nel nuovo mondo malato, oggi la bocca è coperta da uno strato che offusca ogni voce. Ma ci guardiamo con occhi più profondi, cercando un sorriso tra le ciglia.

MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Con la semplicità della parola scelta, riesce a descrivere la gamma di emozioni che ci hanno travolti in questo ultimo anno, riesce a trasformare il sorriso in qualcosa di più di una semplice espressione, contenente il vissuto di un anno, ma anche le speranze per il futuro. In questo momento in cui “la bocca coperta da uno strato” fa ri-acquistare al sorriso tutta la sua importanza e il suo vero significato di gesto fondamentale alla vita, per chi lo fa e per chi lo riceve.

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