Ancora incertezze sul Nevegal. Non si esce dall’impasse politico-gestionale tra enti competenti e attori coinvolti; e intanto la stagione estiva è arrivata. Un punto saldo è quello uscito dal Consiglio regionale del Veneto lo scorso 19 maggio, quando è stato approvato l’ordine del giorno dal titolo “Interventi a sostegno della stazione sciistica del Nevegal a Belluno”, primo firmatario il consigliere bellunese Franco Gidoni.
Con esso la giunta si impegna «a sostenere il Comune di Belluno, qualora lo stesso rientrasse in possesso degli impianti sciistici del Nevegal, negli interventi destinati alla manutenzione, revisione e/o miglioramento degli impianti di risalita, e connesso impianto di innevamento artificiale, considerato l’interesse che la località riveste nell’offerta turistica e nell’economia del territorio non solo bellunese».
«Ottima l’approvazione dell’odg sul Nevegal in consiglio regionale. Da parte nostra, non mancherà un impegno nei confronti della stazione sciistica bellunese». Così in una nota il presidente della Provincia, Roberto Padrin. «Lo abbiamo sempre detto che il Nevegal rappresenta un patrimonio fondamentale per tutto il sistema dello sci bellunese» afferma il presidente.
«La situazione di difficoltà che si è venuta a creare però rischia di far chiudere per sempre gli impianti, con conseguente perdita del demanio sciabile che è di gestione della Provincia. Non vogliamo perdere questa possibilità.
Per questo anche la Provincia sosterrà il Comune di Belluno, se l’amministrazione intenderà acquistare nuovamente la seggiovia, gli ski-lift e gli altri impianti a servizio della skiarea. Il gioco di squadra con la Regione dovrà mettere a frutto non solo la sopravvivenza, ma anche il rilancio del Nevegal».
Il Comune di Belluno invece, come si evince dai quotidiani locali, non parrebbe intenzionato all’acquisto mentre la società Alpe del Nevegal, proprietaria degli impianti, ha cessato l’attività e non ha intenzione di riaprire. Dall’altro lato da tempo si è fatta avanti da tempo una cordata di imprenditori privati, fatto salvo l’acquisizione da parte del Comune.