Allori importanti per gli atleti della Boxing Club Belluno al Trofeo Italia di Muay Thai, svoltosi a Roma il 12 e 13 giugno. Elisa Roldo ha conquistato una medaglia d’oro, Samuel Da Rold ha portato a casa un bronzo, mentre Roberto De Zordi ha comunque ben figurato; i tecnici Claudio Novelli e Giuseppe Dal Mas non possono che essere felici. Entrambi i medagliati sono da anni dentro il mondo delle arti marziali: prima di approdare alla muay thai, Elisa ha praticato taekwondo e kick-boxing, mentre Samuel ha iniziato con il kung fu. Con loro abbiamo ripercorso la preparazione alle gare, l’arrivo a Roma, i risultati ottenuti.
Diciamo intanto qualcosa della muay thai. È una disciplina che pochi conoscono…
Samuel – La muay thay è un’arte marziale molto antica, ha più di 2000 anni di storia. Viene dalla Thailandia, come suggerisce il nome. Nel tempo si è evoluta fino a diventare uno sport da combattimento. È una disciplina in cui si può colpire con colpi di pugno, di gomito, calci e ginocchiate. C’è anche la lotta corpo a corpo, detta clinch.
Come siete tornati a prepararvi, dopo i mesi della pandemia?
Elisa – A gennaio la Federkombat ha dato agli agonisti l’ok per tornare ad allenarsi in palestra, nel rispetto delle regole. Però eravamo fermi da un sacco di tempo, dall’estate scorsa. Quindi completamente fuori allenamento, sicuramente non pronti a fare gare. Qualche settimana dopo è arrivata dalla federazione la comunicazione per i campionati italiani.
Samuel – Gli anni scorsi era difficile trovare combattenti di muay thai, che è sempre stata un po’ di nicchia. Nell’ultimo anno e mezzo invece è cresciuta di popolarità, e quindi sono aumentate le gare. Per noi era una delle prime opportunità per combattere in muay thai; finora avevamo combattuto gare di kick-boxing. Questo è stato una spinta in più.
E così siete arrivati a Roma…
Elisa – Siamo partiti con il nostro furgone e arrivati a Roma, al Crowne Plaza Hotel, sabato 12, nella giornata dedicata ai pesi. Ci sono infatti delle categorie di peso da rispettare, e questo ha richiesto una preparazione al di fuori della palestra. Per mesi abbiamo dovuto fare attenzione all’alimentazione. Noi eravamo tutti quanti a posto, così abbiamo potuto mangiare la nostra carbonara. Domenica 13 era la giornata dei combattimenti: noi eravamo in terza serie. Entravamo un po’ per volta, per garantire il distanziamento.
Samuel – Non c’era il pubblico, ma l’evento era trasmesso in diretta Facebook. È stato strano esser lì solo gli atleti, i maestri e la giuria.
Elisa – Di solito alle gare c’è una confusione tale che non senti neanche quello che dici te. Ma comunque quando entri nel ring ad un certo punto ti isoli e non senti più niente e nessuno. Neanche il coach all’angolo.
Dal punto di vista personale avete ottenuto dei risultati importanti.
Elisa – Ho vinto l’oro nella categoria -63,5 kg femminile. Sono molto soddisfatta, non mi aspettavo di vincere. Ero partita con quell’idea, ma era più un’auto motivazione. È stata un’esperienza molto bella e importante, che motiva ad allenarsi e migliorarsi ancora di più. È stato molto difficile gestire il livello emotivo, per l’ansia dovuta all’importanza della competizione. Non sai se sei all’altezza di un livello così alto, ma le paure sono le stesse per tutti gli atleti. Più che un confronto con gli avversari, è stato un confronto con me stessa. Concentrarsi, respirare, fare quello che si sa fare con calma e tranquillità. Questa è stata la cosa più difficile. In queste competizioni vince chi riesce a restare più lucido, è uno sport molto psicologico.
Samuel – Anche per me è stata un’esperienza molto bella e positiva, nonostante abbia perso il mio incontro, classificandomi comunque terzo nella categoria -75 kg maschile. Mi sono un po’ bloccato per l’emozione e la disabitudine a combattere. Sono comunque molto soddisfatto di come è andato il combattimento: io e il mio avversario eravamo molto bilanciati come esperienza e tecnica.
Complimenti a tutti i nostri ragazzi!