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Milano Cortina 20206

La legge è realtà. Ora serve una visione di sviluppo unitario.

Milano Cortina 20206

La legge è realtà. Ora serve una visione di sviluppo unitario.
milano cortina 2026

Durante il periodo lungo due mesi di crisi sanitaria, tra una continua diretta televisiva di notizie drammatiche riguardanti la pandemia, finalmente a metà aprile abbiamo ricevuto una notizia di “speranza” che ci ha fatto bene al cuore e al nostro spirito mortificato da tanti eventi negativi: la cosiddetta “Legge Olimpica” è passata in prima lettura alla Camera dei deputati.
Il decreto legge “Milano Cortina 2026”, dopo il voto favorevole del 15 aprile, è approdato in Senato e il 12 maggio è diventato legge dello Stato.

Una buona notizia per il nostro territorio e la provincia di Belluno che abbiamo approfondito con il deputato bellunese Roger De Menech, relatore in aula a Montecitorio del decreto legge. I contenuti di questo provvedimento prevedono disposizioni urgenti per l’organizzazione e lo svolgimento dei XXV Giochi olimpici invernali 2026, che si svolgeranno dal 6 al 22 febbraio 2026, e dei collegati XIV Giochi Paraolimpiadi dal 6 al 15 marzo 2026.

OPPORTUNITÀ
Spiega l’onorevole De Menech: «Le Olimpiadi sono un’occasione unica che ci dà l’opportunità di approfittare dell’evento per promuovere iniziative utili per utilizzare a lungo termine le infrastrutture realizzate per i Giochi e facilitare il perdurare dei benefici sociali, economici e ambientali sui territori interessati. Portare avanti azioni per creare, costruire e tutelare l’eredità dei Giochi. Dobbiamo approfittarne per colmare le lacune in materia di mobilità, infrastrutture per lo scambio dei dati sulle comunicazioni, implementazioni delle strutture turistiche. C’è bisogno di un territorio “sveglio” pronto a creare un modello chiave che favorisca questi investimenti. Il “Forum per la sostenibilità”, istituito con l’articolo 3 bis del decreto legge è uno strumento pensato per mettere insieme istituzioni, privati e associazionismo, per individuare interventi e opere indispensabili evitando sprechi».

RISCHI
«Il rischio più grande per il Bellunese è la paura; se abbiamo paura dei grandi eventi, che spostano interessi, allora le cose ci verranno imposte dall’alto. Dobbiamo assumere la consapevolezza della gestione per poter contribuire a controllare dall’interno ed essere protagonisti diretti».
Sapendo però quali sono i limiti storici dei Bellunesi, uno su tutti le divisioni territoriali, abbiamo chiesto quale dovrà essere l’atteggiamento da adottare.

«Riprenderci l’identità territoriale: è un’occasione per tutti di considerare le Dolomiti una perla che la natura ci ha donato e Cortina l’eccellenza delle eccellenze, creando una catena di condivisione e non anelli di rottura. Poi dobbiamo studiare, formare dati tecnici, per conoscere, approfondire e spiegare: se alla gente spieghi cos’è utile fare, capisce perfettamente».

UNA VISIONE D’INSIEME
«È necessario sviluppare idee e strategie, e formare le persone perché le possano portare avanti con determinazione, in una visione di sviluppo d’insieme senza farsi trarre in inganno da possibili canti di sirene».
IN CONCRETO
«La mobilità è già un dato di fatto. L’elettrificazione da Vittorio Veneto a Ponte nelle Alpi e Belluno è in corso: i piloni sono stati collocati, ora stiamo lavorando per la stesura dei cavi. Il tratto adesso è chiuso; quando sarà ultimato, in autunno di quest’anno, inizieranno le infrastrutture del tratto Montebelluna-Feltre-Belluno. In due anni l’anello basso dovrà essere completato.

In questi giorni stiamo lavorando con Rfi per il piano di ristrutturazione delle stazioni ferroviarie. Iniziando dagli snodi ferroviari delle stazioni di Calalzo con interventi per 5 milioni di euro, Ponte nelle Alpi 2,5 milioni di euro, poi Belluno e Feltre. Interventi che servono a modernizzare le stazioni, metterle in sicurezza con abbattimento delle barriere architettoniche, miglioramento dei marciapiedi e delle pensiline. Infine, ci resteranno da gestire i 400 milioni dei Mondiali più altrettanti stanziati per le Olimpiadi dedicati alla mobilità del territorio. Questo miliardo di euro dovrà essere speso bene per abbattere le lacune stradali di cui il nostro territorio ancora soffre».

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