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Michele Sanvido

cittadino del mondo in Antartide

Michele Sanvido

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Michele Sanvido in Antartide

Ciao Michele, bentornato a casa. È arrivato da poco a S. Giustina, dopo aver concluso la decima stagione in Antartide in qualità di tecnico presso la base Concordia. «Eh sì, a parte due scienziati, io sono il terzo con più presenze nella base. Ho iniziato nel 2010 e anche quest’anno dal 5 novembre al 18 febbraio ho passato “l’estate” in Antartide. Tutto iniziò per curiosità! Curiosità di scoprire mondi nuovi: non ho mai gradito l’impiego fisso perché dentro di me è sempre forte la voglia di nuove esperienze. Il mio curriculum fu accettato subito dal PNRA, il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide che, attraverso il CNR per il coordinamento scientifico e l’ENEA per l’attuazione logistica, rende possibili le spedizioni.
Dopo aver superato le visite mediche all’Istituto di Medicina dell’Aeronautica Militare, passati i test di ammissione, mi sono trovato “capovolto a testa in giù”, in Antartide».
VIAGGIO E AMBIENTAMENTO
Arrivare lì non è proprio una passeggiata: Santa, Venezia, Roma, Dubai, Melbourne, Hobart (Tasmania), poi volo di 4.000 km fino alla Stazione scientifica “Mario Zucchelli” nella Baia di Terra Nova (Antartide) e da qui per altri 1.200 km su un Basler Dakota DC3 fino alla base permanente Concordia. Tre giorni di viaggio per arrivare finalmente in piena estate antartica a soli -40° se fa caldo! L’ambientamento non è semplice; la prima settimana si è poco operativi perché l’altitudine della base è pari a quella della Marmolada, oltre 3.200 metri, che corrisponde – per effetto della bassa pressione – ai nostri 3.800 metri s.l.m. Il sintomo conseguente a questa climatizzazione è l’ipossia, che si manifesta in stanchezza e sonnolenza, lentezza di ragionamento, diminuzione della forza muscolare, cianosi delle labbra (dovuta alla presenza di sangue non ossigenato), ritardo dei tempi delle reazioni nervose.
MANSIONI
«Io occupo un ruolo di tecnico polivalente, in particolare addetto alla falegnameria: le nostre attività, oltre al mantenimento della Stazione Concordia (costituita da due edifici cilindrici –ciascuno di diametro 18,5 metri, altezza 11 metri, sviluppata su tre piani per 250 m2 di superficie utile), sono a supporto della scienza».

Quest’anno gli faceva compagnia Michele Scalet di Fiera di Primiero, tecnico meccanico “gattista”, mentre lo scorso anno poteva parlare in dialetto con Yuri De Prà, un altro “belumat”, informatico a supporto di un progetto scientifico.

UN PICCOLO MONDO POLIGLOTTA
«Concordia d’estate è popolata fino a 70 persone tra scienziati, medici, personale amministrativo, tecnici di ogni genere, cuochi. Ognuno svolge i propri compiti, le regole di convivenza sono chiare e osservate da tutti. C’è un grande rispetto gli uni verso gli altri e nella convivenza quotidiana tutti siamo uguali, con le stesse necessità e le stesse problematiche: non avere privacy, condividere camerate, servizi, mense, Internet. Qui si parlano tutte le lingue: italiano, francese, inglese, spagnolo. Grazie alle esperienze lavorative in giro per il mondo io me la cavo un po’ in tutte le lingue, comunico con chiunque. Qui sei immerso in culture diverse che abbracciano tutto il mondo, in un piccolo spazio del pianeta: qui mi sento vero cittadino del mondo».

NO SUPERMAN MA ME STESSO
«Non mi sento un Superman, ma è una esperienza umana unica. In Antartide è come vivere un’altra vita, fuori dal mondo, le notizie non sempre arrivano, sei tagliato fuori, ed è anche per questo che lì sto bene! L’essenza per riuscire anche in queste esperienze estreme è essere se stessi! Sono arrivato in Antartide grazie alla mia forte propensione alla “curiosità”, che è l’antitesi del “vicino e comodo”. Lì è tutto anziché normale: per inserire una vite, a Santa ci metto 30 secondi, a Concordia 10 minuti».

NUOVO MIGRANTE
«Sono figlio di emigranti che hanno lavorato una vita in Svizzera, lì sono nati mia sorella e mio fratello, e dai genitori ho ereditato il senso dell’onore di andare via e rappresentare il mio paese. Dentro di me sento un forte senso di orgoglio: a Concordia saranno arrivati forse 250 italiani? Beh, io sono uno di quei pochi!».

LA BASE DI RICECA CONCORDIA
Concordia è una base di ricerca permanente franco-italiana situata in Antartide. Si trova sul plateau antartico, nel sito denominato Dome C a un’altitudine di 3.233 s.l.m.
La costruzione della stazione è frutto di un accordo congiunto, siglato nel 1993, tra l’ENEA (Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), e l’IPEV (Istituto polare francese Paul Émile Victor). Nel 1996 venne realizzata una prima installazione temporanea, operativa solo nella stagione estiva, per fornire il supporto logistico alla missione European Project for Ice Coring in Antarctica (EPICA), un progetto di perforazione a carotaggio continuo della calotta glaciale fino alla base rocciosa per una profondità totale di 3270,2 metri.

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