Mentre mi appresto a scrivere queste righe, fuori ci sono 50 centimetri di neve fresca a ricoprire i prati. Un evento stranissimo, oggigiorno, ma che fino a una trentina di anni fa rientrava nell’ordine normale delle cose che accadono in inverno e che rendevano possibile lo svolgimento di attività come quella di cui mi appresto a raccontarvi: lo sci di fondo a Melere.
A rendere possibile la fruizione di un anello per lo sci nordico nella seconda metà degli anni 80 nella località sopra Trichiana, nota ai più per la rinomata sagra estiva, fu il “Gruppo Fondisti Trichiana” diventato poi “Gruppo fondisti Poiana”: un esiguo numero di appassionati dello che, non sentendosi valorizzati all’interno dello “Sci Club Trichiana”, avevano deciso di affrancarsi e di proseguire in solitaria, diventando una delle società sportive afferenti alla Pro loco.
La pista di Melere si sviluppava in una zona oggi poco individuabile perché il bosco si è appropriato di quello che una volta era prato, ma raggiungeva il chilometro e mezzo di sviluppo arrivando addirittura a quattro chilometri negli anni di abbondante innevamento, il che permetteva la prosecuzione anche al di sotto della strada. Veniva battuta dapprima con una vecchia motoslitta, acquistata dai “fondatori” tramite un’autotassazione, la quale venne poi sostituita da un mezzo cingolato che in origine serviva per il trasporto merci al Rifugio Città di Fiume. Non un vero e proprio gatto delle nevi, ma sufficiente allo scopo.
Anche se il “Gruppo Fondisti Poiana” non raggiunse mai grandi numeri di tesserati, il tracciato di Melere poté contare sull’apprezzamento dei fondisti di Sedico, per l’indubbia comodità rispetto ad altre zone della provincia, che venivano quindi ad allenarsi alle pendici del Monte Frontal.
Anche nella vicina località di Montegal, in comune di Limana, veniva battuta una pista da fondo, questa addirittura omologata, e si vociferò anche di un possibile collegamento tra le due realtà che avrebbe portato alla realizzazione di un bel circuito, ma tutto naufragò a causa del cambiamento climatico che portò ad inverni con precipitazioni nevose scarse o addirittura nulle e non permise più, dal 1990 in avanti, di proseguire con l’attività.
Per qualche anno i corsi, organizzati tradizionalmente durante le vacanze natalizie, furono effettuati in Val di Gares o al Passo Duran, ma il gruppo, che orgogliosamente ancora oggi mantiene il nome “Fondisti Poiana”, si ridusse a uno zoccolo duro di praticanti che non disdegnano le classiche granfondo come la Marcialonga o la Dobbiaco-Cortina.
Senz’ombra di dubbio però l’evento che tutti, anche i non addetti ai lavori, ricordano con più piacere è il carnevale sulla neve, una giornata in cui chiunque poteva provare ad arrancare nei binari, ma anche presentarsi con gli sci da discesa a patto che fosse rigorosamente vestito in maschera. La piana intorno alla casetta, che fungeva da deposito sci, si riempiva di colori, risate e di gente di tutte le età tra crostoli, tè, brulè e giochi sulla neve. Ricordi di un tempo che questa nevicata come quele de ‘na olta sono tornati a galla in tutte le persone che li hanno vissuti.