Il torrente Morol che scorre ad ovest della parrocchia è da sempre stato una sorta di linea di confine fra Meano, le frazioni e il resto del comune, dando la sensazione che vi sia un piccolo comune nel comune di S. Giustina. Questa divisione ha fatto sì che da sempre Meano abbia una certa rivalità con il Capoluogo e le altre frazioni. Naturalmente il tutto racchiuso in un sano e goliardico campanilismo. Così, quando viene istituito il Torneo Osvaldo Cassol, Meano coglie al volo l’occasione per misurarsi con gli “eterni rivali”.
Le prime edizioni non sono molto fortunate: nonostante le formazioni allestite risultino competitive, il divario con quelle che gravitano sul Capoluogo è evidente perché quest’ultime possono giovarsi dei migliori atleti militanti nella Plavis. Infatti il torneo è dominato da Salzan, Formegan e Campese che a turno portano a casa il Trofeo,con i soli intermezzi di Pez e Bribano. Sul finire degli anni Settanta però una pagina nera viene scritta per il Meano, con l’ormai nota invasione di campo nella partita con l’Ignan, dove l’arbitro viene atterrato da un invasore e in campo si apre una sorta di caccia all’uomo. Storica la frase del portiere Ilario Dalle Grave verso l’amico Sandro De Donà: «Te se me amigo, ma se te riva in area te cope». Il risultato oltre che le squalifiche, anche di un certo peso, vede la squadra espulsa dal torneo.
Nell’82 però la F.I.G.C. concede un’amnistia in tutta la nazione in virtù dei mondiali spagnoli poi vinti. Anche il Meano beneficia di questa “indulgenza” e viene riammesso al torneo. Il ritorno è di quelli sontuosi, con una formazione fra le più forti mai viste dalle nostre parti. Tanti i giocatori provenienti dal Cavarzano, in quel momento una delle società in auge a livello provinciale. Il percorso è una sorta di “Cavalcata delle Valchirie”, dove gli avversari vengono battuti con punteggi anche sonori. Così ci si presenta alla Finalissima con la convinzione che sia la volta buona, ma non avendo fatto i conti con il sig. Vettorel di Feltre che condiziona parecchio il risultato, con decisioni alquanto discutibili e indirizzando la finale verso la Campese. Il ricordo più bello rimangono comunque quelle feste nella cantina dell’allora presidente Fernando Pellegrin, che nel dopo partita vedeva tutto il gruppo sotto casa a gridare: «Pelegrin,Pelegrin taglia su» perché sapevamo che aveva degli ottimi prosciutti, alcuni di cinghiale e, anche se erano le due di notte, lui si alzava e con generosità apriva la cantina ed era festa fino al mattino.
Un altro dirigente appassionato, fin dagli inizi della società e sempre presente al torneo, era Giovanni Da Rold, come pure lo era Ezio De Riz. Il passaggio dal campo dietro il Municipio a quello in via Pulliere vede la partecipazione del Meano al Torneo (ora) Plavis con risultati alterni, senza mai eccellere verso i primi posti ma, con l’esperienza della Terza Categoria e il Meanito al vertice della notorietà in ambito provinciale, si percepisce che qualcosa sta per cambiare.
Pian piano, al Plavis si va costituendo quello zoccolo duro che negli anni Duemila darà vita a quello che noi chiamiamo “Il decennio d’oro”. Il periodo temporale in questione è quello che va dall’edizione 1999 a quella del 2008 dove l’ottima rosa di giocatori è completata da due fuoriclasse come Maurizio Dalla Rosa e soprattutto quel Dario Tollardo che, portando la sua esperienza nelle categorie superiori compresa quella di Udine, conquista ben 3 primi posti, 5 secondi e un terzo posto. Questi piazzamenti sono corroborati dai seguenti numeri: 55 incontri disputati di cui 28 vinti, 14 persi e 12 pareggi così suddivisi: vinti ai rigori 6, persi altrettanto; le reti realizzate sono 76, subite 54. Una vera e propria macchina da guerra che trova nei suoi avversari più irriducibili il Formegan, la Campese e il San Gregorio che nelle finali di turno cercano di contrastare la nostra squadra.
La prima vittoria arriva nel 2003 con alla guida in panchina Paolo Vieceli e, come dirigente accompagnatore, Francesco Rossa, dopo ben trentadue anni di tentativi più o meno fortunati. Segue poi la doppietta 2006-’07 con la squadra diretta dal sottoscritto. Naturalmente il seguito delle partecipazioni è condizionato dal ricambio generazionale con forze fresche,ma giovani ed acerbe, che pian piano prendendo esperienza e confidenza con la manifestazione riescono, anno dopo anno, a migliorare le posizioni sotto la guida di Luca Vieceli e il Capitano Marco Pavei, uno degli eroi del “decennio d’oro”.