Da tanti anni sono inserito attivamente, laddove riesco, nelle varie associazioni di volontariato presenti sul territorio della parrocchia di Meano e nel tempo le ho viste nascere, evolvere, trasformarsi e anche concludere la loro lunga o breve vita. Tutte con vari intenti, scopi e finalità precise, ma con due minimi comuni denominatori: il primo sicuramente il beneficio portato alla comunità e non solo, il secondo – purtroppo non positivo – il non potersi riunire (e, di riflesso, identificarsi) in un luogo fondamentale come la sede.
Coinvolto con più di una di queste associazioni, in particolare i Donatori di sangue e l’ormai quasi scomparsa Unione sportiva Meano, mi è capitato di partecipare ad incontri e riunioni con altre realtà del territorio comunale o di quelli limitrofi, ospitato nelle loro sedi. Alcune di queste ricavate nelle ex latterie o in strutture donate da persone generose e sensibili ai temi del volontariato, ma dall’impatto gradevole e accogliente, dove le associazioni si ritrovano per le loro riunioni non solo istituzionali, ma anche per momenti di aggregazione festosa.
I luoghi deputati alle riunioni per le nostre associazioni, invece, sono sempre stati i bar di Meano o quelli nelle altre frazioni, ma principalmente sono state e lo sono tuttora le sale della Casa canonica, messe gentilmente a disposizione dal parroco di turno. Per quanto riguarda la sede legale e di riferimento, nella maggior parte dei casi, si è sempre trattato dell’abitazione del presidente o del segretario o di un componente di fiducia del direttivo al momento in carica.
Ricordo come ai suoi albori, proprio l’Unione sportiva avesse, come suo principale punto di aggregazione, il negozio da barbiere di Da Riz Italo (Figaro), grande appassionato di sport. Così, da sempre, Unione sportiva Meano, Donatori di sangue, Comitato Festeggiamenti, Insieme si può, il Filò, il Gruppo Fior di Loto, il gruppo di “Quei dela Republika de Kalibach”, gli Amici di Dussano e altri che al momento dimentico hanno vissuto in una situazione di “limbo operativo” non certo facile da gestire.
Agli occhi di tutti le varie associazioni hanno comunque reso un servizio di alto profilo e dai risultati eccellenti,ma l’annoso problema rimane e al momento non si vede all’orizzonte una sua soluzione. Tempo fa, nel momento della sua ristrutturazione, l’ex casa canonica, quella a fianco della chiesa parrocchiale, aveva dato adito a un suo possibile utilizzo da parte delle associazioni, ma poi tutto è finito lì rimanendo solo una suggestiva ipotesi.