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Massimo Braconi

scegliere la libertà di esplorare

Massimo Braconi

scegliere la libertà di esplorare

Massimo Braconi vive a Colderù di Lentiai. È un freerider professionista, alpinista d’alta quota, viaggiatore esperto, maestro di sci. Ha viaggiato in Cina, Giappone, Georgia, Iran. Viaggi che hanno lasciato in lui emozioni pure che ha scelto di trasformare in video racconti, I Diari del Brac, dove la bellezza della natura è rappresentata dal punto di vista di un atleta profondamente innamorato di ciò che fa.

Come hai iniziato la tua esperienza professionale?
La mia attività comincia come maestro di sci: scelsi di trasferirmi a Colderù di Lentiai, dove vivevano i miei nonni, andai a lavorare in una fabbrica dove non mi trovavo male, ma sentivo che il mio bisogno era di vivere in libertà, di esplorare, conoscere, muovermi. Quando in seguito decisi di lasciare il lavoro per fare il maestro di sci, mio nonno ha cercato di farmi cambiare idea, ma per me questa scelta significava intraprendere una professione che mi appassionava e mi assicurava, dopo una stagione, spazi di tempo al di fuori degli schemi tradizionali. Negli anni ho voluto vivere esperienze e arricchirmi di conoscenze che mi hanno permesso di conciliare la grande mia passione per la montagna in un lavoro poliedrico che mi garantisce ancora oggi nuove sfide.

Come sei riuscito a far sì che la passione diventasse un lavoro vero e proprio?
Alla base di tutto c’è la passione vera, pura, che ti permette di affrontare le sfide con determinazione e energia. Questo è il motore che ti spinge a raggiugere i risultati che hai in mente. Ho vissuto molti anni senza l’esigenza di mostrare agli altri ciò che facevo, senza pretendere di avere a portata di mano il traguardo, godendo del momento presente. Le emozioni delle mete raggiunte sono forti, ma vanno accompagnate con un percorso che ti porta a comprendere le tue possibilità e i tuoi limiti, spostandoli ogni volta un po’ più in là.

Come vivi il tuo rapporto con la montagna?
La montagna è un’avventura di esplorazione continua, ma non basta avere un equipaggiamento all’avanguardia, bisogna costantemente concentrarsi sull’ambiente, riconoscere i segnali per evitare pericoli e incidenti. Immergendoti così in ciò che ti circonda, hai la possibilità di vivere tutte le sfaccettature delle atmosfere che la montagna ti regala: il suo silenzio, i profumi, i suoni, i colori… Oggi mi capita di accompagnare gruppi o singoli e la prima cosa che consiglio è quella di abbandonare per un po’ lo smartphone e di lasciarsi emozionare da ciò che stanno vivendo, rallentando, scoprendo ciò che sta intorno per portarlo dentro di sé.

Cosa significa per te l’esperienza del viaggio?
Mi piace conoscere le persone, le abitudini dei luoghi che visito, questi sono gli aspetti che più mi rimangono dentro quando torno a casa. E poi mi accorgo che anche vicino a casa si possono vivere esperienze simili, siamo spesso talmente abituati all’ambiente in cui viviamo che non riusciamo più a stupirci di quello che abbiamo vicino. Eppure noi qui siamo immersi in così tanta bellezza! Ho accompagnato persone di tutto il mondo a visitare le nostre valli e il loro entusiasmo mi restituiva l’incanto dei nostri luoghi. Nei miei video racconti di viaggio ho appunto questo obiettivo, far conoscere non tanto la performance sportiva, ma il modo di affrontare un’avventura e di viverne tutte le emozioni.

Come scegli le tue mete di viaggio?
Le mete raccontate nei Diari di Brac sono realizzate da atleti professionisti, ma non mirano a far vedere nulla di estremo, sono esperienze in luoghi poco convenzionali, ma vissute in modo naturale, senza l’esigenza di scegliere la prestazione perfetta da mostrare. Abbiamo condiviso e raccontato incontri, confronti con persone e tradizioni locali, cercando di ispirare chi guarda a vivere in prima persona possibili nuove avventure.

Sei riuscito a trasmettere le tue passioni anche ai tuoi figli, c’è continuità nella tua famiglia…
Guardandomi indietro devo dire che i miei genitori non hanno mai ostacolato le scelte che ho fatto, mi hanno anzi seguito e permesso di realizzare i miei sogni e ciò mi ha dato la possibilità di iniziare il mio percorso… Guardando al presente vedo i miei figli che vivono la passione della montagna e dello sport: Simone è guida vulcanologica, Sofia ama studiare, ma anche lo sci e la montagna. Il merito è soprattutto di mia moglie Valentina: lei non si è mai stancata di “perdere tempo” quando andavamo a sciare o a camminare in montagna con loro da piccoli, ha sempre saputo trasformare la fatica in un gioco per divertirci insieme. E vedere nei loro occhi la passione ed il divertimento è oggi una delle mie gioie più grandi.

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