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Marco V. Dal Farra

Cantautore bellunese che viaggia nel tempo

Marco V. Dal Farra

Cantautore bellunese che viaggia nel tempo

Marco V. Dal Farra è giovane; è nato a Belluno nel 1995, ma l’impressione, chiacchierando con lui qualche minuto, è che abbia vissuto diverse vite. La passione per la tradizione, soprattutto quella locale, è contagiosa. Marco però non è un nostalgico del passato, bensì un “artigiano del tempo”, il suo prodotto è la musica scritta e cantata. Il titolo del suo primo album pubblicato nel 2019, “Rimasti Avanti?”, lo conferma.

Partiamo da qui, raccontaci il momento preciso in cui hai deciso di fare un album?
«Dopo anni di studio e prove, nel 2018 mi sono detto “O lo faccio ora o non lo faccio più!”. Ero arrivato al punto in cui sentivo la necessità di mettere in note le mie emozioni. L’idea iniziale era di scrivere una canzone, in realtà poi ne è uscito un concept album di dieci brani. Il titolo del mio lavoro vuole essere una provocazione, un contrasto tra l’idea di immobilismo e quella di movimento, rivolto in primis a me stesso ma anche al mondo nel suo complesso, uno stimolo a chiedersi sempre se ci stiamo muovendo o se siamo fermi, un invito ad abbandonare i vecchi ricordi, per vivere il presente e puntare al futuro».

Torniamo alle origini, qual è stato il tuo primo contatto con la musica?
«La musica ha sempre fatto parte di me, il primo nitido ricordo legato alla musica è la musicassetta dei Nomadi che aveva mia mamma. A tre anni circa era la colonna sonora dei miei viaggi in macchina. Il primo strumento a cui mi sono dedicato è stata la batteria, anche se possiamo dire che il vero percorso formativo musicale è iniziato intorno ai dieci anni, quando ho per la prima volta imbracciato la chitarra e di lì a poco sono diventato componente di una cover band. Crescendo poi ho coltivato anche la passione per la scrittura, tanto da pubblicare un libro di testi e poesie nel 2015, il cantautorato è stato la naturale combinazione di queste mie due passioni. Parlando di formazione, ho poi avuto la fortuna di partecipare ad una masterclass del Cet (Centro Europeo Toscolano), scuola in cui ho avuto modo di conoscere anche Mogol; incontrarlo faccia a faccia è stata per me un’esperienza molto più che formativa».

Ad oggi la musica non è il tuo lavoro, eppure l’impegno è grande, cosa ti spinge a portare avanti il tuo progetto?
La passione è l’elemento chiave ed è anche vero che per il momento la musica non è il mio primo lavoro, ma ci tengo sempre a sottolineare che alla base del mio progetto musicale c’è grande professionalità, ogni fase, dalla scrittura alla vita in studio, è curata nel minimo dettaglio.

Soprattutto per te, che ti trovavi in “rampa di lancio”, una pandemia mondiale non era esattamente quello di cui avevi bisogno…
Eh già, avevo fatto appena in tempo a fare un concerto per la presentazione del disco… tuttavia, superata l’amarezza del primo periodo, sono riuscito a vivere i mesi di lockdown positivamente, sono stato molto produttivo, trovando una forte armonia con me stesso, ed oggi anche grazie a quei momenti mi sento artisticamente maturato.

A te, che vivi tra passato, presente e futuro, non posso non chiedere quali sono i tuoi prossimi progetti.
Abbiamo finalmente fatto delle date live e altre sono in fase di definizione; inoltre nei prossimi giorni uscirà un nuovo singolo, accompagnato dal video clip, e stiamo al contempo lavorando alacremente ad un secondo album di pezzi inediti. Stiamo inoltre studiando un pezzo pensato per le selezioni di Sanremo Giovani, una sfida difficile ma molto stimolante per tutto il gruppo. Personalmente poi mi sto appassionando al mondo della cinematografia; l’occasione di girare i miei videoclip mi ha portato a frequentare dei corsi specifici sia da attore che da regista per migliorarmi ogni giorno di più.

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