Una rassegna, con il territorio e i suoi prodotti enogastronomici al centro, per riscoprire e far conoscere ciò che di buono la nostra amata terra bellunese produce; tutto questo è stato “Made in Valbelluna”. Sabato 12 e domenica 13 settembre, il parco della birreria di Pedavena è stato, infatti, teatro di una manifestazione, alla sua prima edizione, che ha visto come grandi protagonisti i prodotti agricoli bellunesi. L’intento era la loro promozione sia a livello turistico sia a livello locale per una coscienza e una conoscenza più approfondita della vastità dell’offerta enogastronomici che ci circonda.
L’evento, organizzato dalle Pro loco dell’Unpli bellunese, dalla Coldiretti e dal Consorzio turistico Dolomiti Prealpi, con il patrocinio dell’amministrazione pedavenese, è stata il viatico per le altre iniziative enogastronomiche sul territorio della Valbelluna: da Fonzaso, Lamon e Sedico, passando per Faller, Seren del Grappa e Mel, fino ad arrivare a Caorera, Limana e Busche, tutte queste località sono state e saranno teatro di manifestazioni volte a far conoscere ancora di più i prodotti del nostro territorio. In quest’ottica, durante la manifestazione, intenzionata a diventare itinerante, è stato siglato un accordo tra Unpli e Coldiretti provinciale, volto a redigere delle linee guida nelle quali le Pro loco e gli enti organizzatori degli eventi sono spinti ad utilizzare questi prodotti nei loro menù.
Soddisfatto il sindaco di Pedavena, Nicola Castellaz: «Innanzitutto desidero ringraziare gli organizzatori dell’evento, l’Unpli provinciale, il Consorzio Pro loco Valcismon ed, in particolare, il presidente Elvio Cecchet e i volontari della Pro loco di Pedavena, l’associazione Carabinieri in congedo e la Croce rossa italiana. La prima edizione di Made in Valbelluna si è svolta a Pedavena, luogo storico per la produzione della birra e si chiude con numeri di visitatori importanti, tutti rispettosi delle norme anti-Covid, ma anche con un significativo protocollo d’intesa».
Il prodotto tipico è caratteristico di forte legame con l’area geografica in cui nasce, frutto di insieme di fattori tra cui la genuinità e l’esclusività, in opposizione a un mercato che tende alla standardizzazione dei gusti. «L’attrazione verso il tipico non deve essere, quindi, interpretata come tendenza verso una chiusura locale contro la globalizzazione dei mercati, quanto come strumento di confronto e apertura verso la pluralità di culture alimentari della società globale ed una conseguente promozione turistica dell’intero territorio della Valbelluna» conclude il primo cittadino.