C’è un ricordo che non mi abbandonerà mai. Avevo 6 o 7 anni quando mio papà fece salire me e mio fratello Giorgio sulla sua macchina da corsa. Ci teneva in braccio e noi impugnavamo il volante. Lì, sul vialetto di casa, ho guidato per la prima volta, ed è stato bellissimo.» Ha 22 anni Luca Guerra, abita a Belluno e lavora in una carrozzeria a Sant’Antonio Tortal. La sua grande passione sono le macchine, così grande da avergli fatto guadagnare il primo posto nel Campionato Italiano Velocità Montagna 2021, categoria Racing Start 1.4. «Non me l’aspettavo proprio, è stata una sorpresa» afferma Luca sorridendo. «Ci si specializza su una disciplina sola, io gareggio nelle cronoscalate. Al rally preferisco correre in pista, ma essendo molto costoso ho optato per la salita, che è davvero divertente» racconta. «Poi mio papà correva nella stessa specialità e noi figli l’abbiamo sempre seguito durante gli eventi.»
Luca non è infatti l’unico ad aver ereditato la passione per i motori dal padre: anche il fratello Giorgio, che ha 25 anni, gareggia nella stessa categoria. «Qualche anno fa Giorgio correva in pista con la moto, ma si tratta di una disciplina più rischiosa, così nel 2019 ha provato la prima cronoscalata in Nevegal e nel 2020 ho seguito le sue orme.» I ragazzi dimostrano da subito di cavarsela bene, così iniziano a farlo più seriamente e acquistano due Peugeot, una rossa per Giorgio e una blu per Luca. Due fratelli, avversari e complici allo stesso tempo: «C’è molto rispetto tra noi. La sera prima della gara, dopo le prove, ci confrontiamo su come potevamo fare meglio e ci diamo consigli a vicenda, su come prendere quella curva o su una certa traiettoria. Ci diamo sempre una mano.»
«La prima gara è stata un turbine di emozioni. Alla fine ero un po’ demoralizzato perché c’era molto stacco tra me e il primo, ben 5 secondi.» Una piccola delusione che ha dato un nuovo senso agli allenamenti di Luca. Per prepararsi alle gare i due ragazzi vanno a correre a piedi e con i kart, propedeutici per guidare le macchine, oppure raggiungono le piste a Pomposa (Ferrara) e ad Adria. Nel 2021 il suo primo Campionato lo porta a spostarsi molto, dalla Salita del Costo in provincia di Vicenza a Verzegnis in Friuli, fino a Malegno della Val Camonica in provincia di Brescia. Non mancano le competizioni locali, come la già citata Alpe del Nevegal e la famosa cronoscalata Pedavena-Croce d’Aune. «Se non conosciamo la strada, un mese prima della gara in questione andiamo sul posto a fare due giorni di ricognizione. Proviamo il percorso tante volte per memorizzarlo e capirne le traiettorie.» La gara che fino ad oggi più gli è rimasta nel cuore è la Malegno-Borno. «Non partivo con grandi aspettative, il pilota di casa era uno forte. Invece in gara sono riuscito a stargli davanti di qualche secondo e ho vinto. È stata una grande soddisfazione.»
«Dopo una corsa mi sento bene, scaricato, e mi piace rischiare un po’. Tutto ciò mi fa sentire libero. In ogni caso, quando gareggi devi conoscere il tuo limite, altrimenti rischi di sbattere la macchina e buttare tutto. A volte mi infastidisco se mi accorgo che potevo entrare più forte o diversamente in una curva, devo migliorare in questo perché fa parte del gioco. E se ripenso alla prima volta su una macchina da corsa: l’emozione, l’adrenalina, è diverso da una macchina normale. Il rumore e i rimbombi, il volante duro, l’essere legati sul sedile, è tutto strano e bello al tempo stesso.»
Per fare questo sport è fondamentale il supporto degli sponsor. «Per fortuna che nostro papà è bravo a trovarli e ci aggiunge sempre qualche adesivo sulla macchina. Ringrazio tanto anche la nostra scuderia, BL Racing di Mel, in particolare Cora Colle e Walter Robassa. Ci aiutano davvero molto.» Obiettivi per il futuro? «Per ora è un sogno, che spero si avveri prima o poi, ma vorrei mettere la testa fuori dall’Italia e correre con una monoposto o con un prototipo. È un obiettivo lontano e difficile, che richiede molta esperienza, ma non impossibile.» E noi incrociamo le dita, perché Luca riesca a seguire le orme dei suoi idoli Christian Merli e Simone Faggioli.