È consuetudine ritrovarlo ogni dì in passeggiata nel centro storico della sua Mel, dove si reca per l’acquisto del pane fresco, del nuovo giornale o di un caffè al bar: gesti quotidiani in un tranquillo borgo rinascimentale.
Si tratta del cordialissimo generale Lorenzo Cappello, sempre pronto ad un saluto, al racconto di un aneddoto della sua lunga vita. Il 30 maggio, infatti, festeggerà i cent’anni nello storico palazzetto dove abita, circondato dal giardino fiorito che cura personalmente con la simpatica moglie Emmalina, fra gigantesche giare, sculture, la pergola a vite, con vista sulla mirabile scenografia delle colline zumellesi; non a caso l’antica residenza è affacciata su quella che una volta si chiamava via Paradiso.
All’esterno del muro di cinta vi era una fontana rinascimentale abbellita da preziose sculture: due grandi mascheroni neoclassici, ma anche due allegorici enormi pesci assetati e, al centro, lo stemma dei Gemelli tipico del “contado dei Zorzi”. Moltissimi anni fa, con l’avvento del progresso e dell’acqua distribuita capillarmente in tutte le case, la fontana perse la sua funzione di pubblico servizio e aggregazione. Le statue che la abbellivano sono misteriosamente scomparse, la grande vasca a bassorilievi evidentemente rimossa, forse per far posto ad un allargamento stradale. Tant’è che solo recentemente, rintracciata nei depositi comunali, è stata provvisoriamente collocata presso il giardino pubblico dietro il Palazzo delle Contesse. «È un vero peccato che non sia riposizionata nel luogo per cui era stata creata – evidenzia Lorenzo Cappello – tanto che sarei disponibile a collaborare personalmente a seguito anche del recentissimo abbellimento con pavimentazioni, panchine e lampioni dell’intera via».
Casualmente Lorenzo nasce a Trichiana proprio in municipio, dove abitava il papà Cesare, allora segretario comunale, il quale, rientrando pochi anni dopo a Mel, ne diventerà anche sindaco. Pur proprietario con la famiglia del tipico ristorante e albergo “Al Cappello”, splendido esempio di palazzo rinascimentale precedentemente della nobile famiglia Fulcis, e – dopo i recenti restauri, all’apparizione di un mirabile stemma gentilizio – anche Migazzi, Lorenzo affronta la vita portando avanti una lusinghiera carriera militare, oltre quarant’anni di servizio nella Polizia di Stato e uscendone con il massimo grado di tenente generale. Della scuola di alpinismo di Moena ha conservato un ricordo indelebile, si pensi che ebbe il privilegio di dare il via all’atleta Zeno Colò, sulla Tofana, tedoforo nella discesa verso lo stadio con la fiaccola per dar inizio ai giochi olimpici del 1956 di Cortina D’Ampezzo. Quest’anno ai mondiali di Cortina è intervenuto caparbiamente, anche se con un po’ di rammarico, solo tramite una sentita presenza “virtuale” con i moderni mezzi del figlio Cesare, apprezzato collaboratore Rai da lungo tempo. Recentemente, insieme a Roberto De Nart, direttore della testata in rete “Bellunopress”, abbiamo avuto modo di aver un cordialissimo incontro da cui il direttore ne ha tratto uno splendido ritratto storico, facilmente rintracciabile sul sito, avente come titolo “100 anni, la Vita Straordinaria del generale Cappello”.
LA VITA DEL GENERALE
Una carriera scolastica esemplare quella del piccolo Lorenzo (tutti dieci ad esclusione di italiano e storia dove “scontava il fatto di esser del Borgo da cui era partito l’attentatore del Duce” (Angelo Sbardellotto di Villa di Villa). Quando poi decide di iscriversi a Chimica con ottimo successo, viene travolto dall’arruolamento coatto. Un’esperienza coinvolgente quella della scuola di alpinismo ad Aosta, ricca di imprese sulle vette. Ma il periodo più esaltante fu quando, diventando francese, lavora nelle terribili miniere alpine dove ha modo di conoscere la figlia di un antiquario parigino, che in seguito raggiunge e sposa in una Parigi sconvolta da eventi bellici. Dirige in seguito, modernizzandola con una apprezzata ristrutturazione, la Scuola di Polizia di Moena, apprezzata a livello mondiale. Raggiunge il massimo dei livelli di carriera con continue collaborazioni ministeriali. Vive oggi un’invidiabile serena quotidianità nel palazzo di Mel dove tutti gli anni riempie con cura le camere del sottotetto delle succulente mele che raccoglie in giardino.