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Limana paese del Miele

ApiDolomiti e il grande apporto per gli apicoltori bellunesi

Limana paese del Miele

ApiDolomiti e il grande apporto per gli apicoltori bellunesi

In questo numero, dedicato alle api industriose, non potevamo non parlare di ApiDolomiti, storica aggregazione della provincia di Belluno, e del suo apporto nel campo dell’apicoltura. Dal 1975, infatti, è punto di riferimento per gli apicoltori bellunesi e non solo; inoltre, grazie al suo impegno, il comune di Limana, dove l’associazione/cooperativa trova sede, si fregia da dieci anni del titolo “Paese del miele”. E i ben 700 soci della realtà si apprestano, Covid-19 permettendo, a festeggiare l’undicesimo anno del riconoscimento.

La storia
«Ci poniamo quale ente promotore del Miele delle Dolomiti bellunesi, che nel 2011 ha ottenuto la certificazione D.o.p., massimo riconoscimento nel campo che certifica qualità, origine e lavorazione del prodotto» ci spiega il presidente di ApiDolomiti, Roberto Piol. «Nel corso del tempo siamo passati da associazione a cooperativa, con l’acquisizione della latteria sociale di Villa di Limana e dei laboratori per la lavorazione del miele. Siamo cresciuti, accogliendo soci, oltre che veneti, anche dalle aree montane delle regioni limitrofe come il Trentino-Alto Adige ed il Friuli».

In quel periodo, con Piol nelle vesti di assessore comunale, è nata anche la manifestazione “Festa del miele” per la valorizzazione del prodotto, il cui marchio è legato esclusivamente alla produzione provinciale. Il “Paese del miele” ha così iniziato a investire con segni distintivi per rendere merito al lavoro degli apicoltori. Col il sostegno di vari enti (Regione, Provincia, Unione montana Valbelluna) e l’apporto della Pro loco, è sorta la manifestazione col correlato concorso per il miglior miele. «Così è nato il sito dedicato paesedelmiele.it mentre il marchio, registrato, è stato promosso nel circuito nazionale “Le città del miele”, cui aderiscono diversi enti pubblici italiani e che trova sede a Lazise sul Garda, dunque in Veneto, dove ha luogo una delle principali fiere legate al prodotto» aggiunge il presidente. «In tale contesto nasce la possibilità di creare gemellaggi con altre realtà (Val d’Aosta, Trentino, Sondrio nel nostro caso) o collegamenti, come con la Lunigiana, e di scambiare informazioni tecniche di realtà diverse».

Un successo
«Possiamo definirla un’idea vincente, perché la nostra aggregazione bellunese, tra le poche realtà esistenti, è stata ammirata e studiata a livello nazionale, in quanto offriamo ad apicoltori locali la possibilità di arrivare su mercati, cui il singolo non potrebbe ambire da solo. In più stringiamo legami locali, con latterie (il formaggio Piave è un altro prodotto D.o.p.) e realtà di distribuzione della provincia. Ricordiamo che, oltre al valore economico, l’apicoltura contribuisce soprattutto alla conservazione ambientale, garantendo sia le produzioni agricole che la conservazione di biodiversità».
Le attività
«Il terzo fine settimana di ottobre a Limana si celebra il gemellaggio con un’altra realtà italiana o della zona alpina. Poi c’è la parte della didattica, che coinvolge le scuole di tutta la provincia; naturalmente portiamo avanti la mostra mercato (nel contesto di “Paese del miele”) con il concorso abbinato.

Ancora, corsi di base di apicoltura che attirano ogni anno circa 120 persone (e ora in modalità online hanno raggiunto ben 80 aderenti!), e investiamo su laboratori e magazzino grazie alle idee dei soci. Abbiamo creato l’app “ApiDolomiti Play” dove seguire ogni mese gli incontri formativi con operatori tecnici. C’è anche una novità: abbiamo aderito col Comune di Belluno e quello di Limana al progetto europeo “BeeAware” finanziato dal Cipra, che ha consentito l’installazione di due arnie didattiche una a Belluno presso il parco “Maraga”, l’altra a Limana, presso la nostra sede.
A brevissimo, presso le scale mobili di Lambioi e in biblioteca a Limana, saranno invece installati due display multimediali che forniranno in tempo reale i dati delle due arnie citate sopra; ad esempio, la variazione della temperatura interna, il peso della colonia, il peso della raccolta, con foto a presa diretta».

Da non scordare: gli apicoltori bellunesi per circa il 70% sono appassionati e hobbisty, solo la percentuale restante è formata da liberi professionisti. Un dato confortante, vera rivoluzione rispetto al passato, è che la maggior parte è formata da giovani sotto i 40 anni e soprattutto da molte “quote rosa” che si dedicano al prezioso “cibo degli dei”.

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