«Il passato è il futuro»: con questa frase il dirigente dell’Istituto comprensivo di Mel e Lentiai, Umberto Da Col, ha riassunto il valore delle iniziative promosse in occasione della Giornata della Memoria, che hanno visto protagonisti i ragazzi della secondaria di primo grado di Borgo Valbelluna.
Un passato atroce quello che il professor Matteo Dominioni ha spiegato ai ragazzi delle terze al Palazzo delle Contesse, dove è stata anche allestita la mostra “Crimini fascisti in Etiopia e resistenza etiope”; un futuro invece fatto di speranze quello che a Lentiai, nella sala della Biblioteca civica, ha proposto alle classi prime e seconde Assia Belhadj con il suo libro “Oltre l’hijab”.
Nell’ottica del creare una società attiva e consapevole che parta dai giovani, che abbia gli strumenti necessari, soprattutto storici, e le competenze per capire il presente, l’amministrazione comunale di Borgo Valbelluna ha favorevolmente accolto le proposte dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e della Soms (Società Operaia di Mutuo Soccorso) di offrire ai ragazzi delle testimonianze forti ed incisive per sottolineare l’importanza di ricordare e conoscere.
La colonizzazione dell’Etiopia e l’eccidio di quasi 30 mila etiopi a partire dal 1935 è una delle pagine tra le più atroci del fascismo e di tutto il Novecento e tuttora tralasciata – come sottolineato da Roberto Tacca dell’Anpi – anche nei corsi universitari, per un senso distorto che si dà al patriottismo.
Le parole di Dominioni e le immagini proposte, tra le quali anche alcuni Cinegiornali dell’Istituto Luce, hanno sorpreso e colpito i giovani studenti. Tante le riflessioni fatte e che hanno riportato una volta ritornati in classe.
«Siamo rimasti molto colpiti –hanno affermato i ragazzi – perché di solito siamo abituati a sentir parlare della guerra in Germania, in Italia, o comunque in Europa e del terribile sterminio degli ebrei. Non sapevamo che altri paesi, come l’Etiopia, avessero subito una sorte altrettanto brutale in nome degli interessi coloniali dell’Italia e avvalendosi della scusa della superiorità di razza, principio assurdo e che ora la scienza ci conferma essere infondato. Come giustamente ha detto il professore Dominioni: “É facile ricordare quello che ci viene fatto, ma quello che facciamo tendiamo a dimenticarlo”. Noi italiani non abbiamo ancora fatto i conti con la storia».
«Non sapevamo di tutti i crimini fascisti In Etiopia e le immagini cruenti delle torture nei campi di concentramento proposte dalla mostra ci hanno impressionati. Forse prendiamo un po’ alla leggera questi eventi, che hanno segnato profondamente la storia, e pensiamo che solo i tedeschi abbiano sterminato molte persone. Non immaginavamo che degli esseri umani, così anche gli italiani, potessero essere così crudeli con altri umani e siamo convinti che non possa esiste motivo o giustificazione perché alcuni si sentano autorizzati ad opprimere altri. Secondo noi questi incontri sono davvero importanti perché impariamo cose di cui non si parla tutti i giorni».