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Le olimpiadi anche a Sedico

1960-61-63

Le olimpiadi anche a Sedico

1960-61-63

1960
Su iniziativa dello scrivente e con l’aiuto di alcuni amici studenti delle scuole superiori, in occasione delle Olimpiadi estive di Roma anche Sedico vide un nutrito gruppo di ragazzi (di età compresa tra gli undici e i quindici-sedici anni) impegnato durante un’intera settimana sotto il solleone di luglio a sfidarsi in tutta una serie di gare. Data la totale mancanza di fondi a disposizione, si provvide in modo autarchico per tutto l’occorrente affinché i giochi olimpici riuscissero nel migliore dei modi anche dal punto di vista coreografico.

Toni Carlin confezionò la fiaccola usando un sacco di iuta avvoltolato e impregnato di pece, poi procurò il disco con l’Inno di Mameli e prestò il suo giradischi per l’esecuzione giornaliera dell’inno. Per il vessillo olimpico, bastò cucire i cinque cerchi di stoffa sopra lo stemma sabaudo di una vecchia bandiera scovata in soffitta.

Per i numeri (neri su fondo bianco), si usarono le vecchie camicette scolastiche: ogni partecipante portò dei pezzi di stoffa neri e bianchi e quattro spilli di sicurezza coi quali le sorelle dello scrivente confezionarono i pettorali di ciascuno. La sabbia per i salti venne regalata dall’imprenditore e sindaco Giuseppe Buzzatti che provvide anche al suo trasporto, mentre i premi (medaglie in similoro argento e bronzo, coppe, ecc.) furono procurate dall’allora giovane cappellano don Giovanni Zuanelli che, entusiasta dell’iniziativa, si adoperò in tutti i modi per la buona riuscita delle gare, chiedendo aiuto a vari enti (Comune, Provincia, Cassa di Risparmio) e a qualche imprenditore. La sua richiesta era: “Par piazer pagando, se polo aver grati …”
Come base logistica era stata scelta la saletta posta al piano terra della nuova canonica, subito all’esterno della quale era stato predisposto un palco molto semplice.

Le olimpiadi furono aperte dal passaggio di corsa per le strade del paese di tutti i partecipanti, fiaccola e bandiera in testa, tra lo stupore della gente: era dai tempi del fascismo che Sedico non vedeva gare sportive, in particolare di atletica! Ogni mattina, prima dell’inizio, veniva suonato il nostro inno nazionale, issata la bandiera, mentre la fiaccola ardeva. Tutti stavano in assoluto silenzio ed era bello osservare questi ragazzi, poveri, molti col padre emigrato, misurarsi finalmente in gare sportive organizzate esclusivamente per loro in un paese che non offriva proprio niente ai giovani.

Ogni atleta doveva partecipare a tutte le gare e alla fine veniva stilata una graduatoria a punti. I salti, in lungo e in alto (coi ritti prestati dalla locale scuola di avviamento professionale), ebbero luogo sul sagrato davanti alla chiesa, dove in qualche modo era stata sistemata la sabbia, mentre le gare di velocità (100, 200, 400 metri piani) furono disputate sulla strada inghiaiata della Cal de Messa. I giovani furono impegnati anche nella corsa campestre (ben 1000 durissimi metri su e giù per il colle di San Pietro), nel pentatlon (salto in alto e in lungo, 100, 200 piani e 500 metri collinari), nella staffetta 4×100 e nel torneo di calcio. Anche i giovanissimi si diedero battaglia: 60 metri, salto in alto, in lungo e triatlon. La cerimonia di premiazione (coi gradini del podio realizzati utilizzando i quattro cubi di legno un tempo posti ai lati del catafalco funebre).avvenne sotto una pioggia battente con i giovani atleti comunque entusiasti. Furono assegnati anche vari premi speciali, tra cui quello per la combattività.

1961
La seconda edizione delle Olimpiadi ebbe luogo in una settimana del mese di agosto con giornate soleggiate caldissime. Coreografia e modalità di svolgimento furono le stesse dell’anno precedente con una novità però che rese più incerte e combattive, dato il campanilismo esistente, tutte le gare: la presenza anche dei ragazzi di Bribano. Dopo un’intera settimana di competizioni, con brevi pause tra una e l’altra, gli atleti di Sedico in base al punteggio prevalsero su quelli di Bribano con un lieve scarto.

1963
Ebbe luogo la terza e ultima edizione con molte novità: le gare vennero disputate nel nuovo campo sportivo di Sedico (vicino allo stabilimento Pirelli) ancora privo di recinzione e di spogliatoi; gli organizzatori erano in numero superiore a quello degli anni precedenti; il nuovo cappellano era don Sergio De Martin. La premiazione ebbe luogo di domenica subito dopo la Messa “grande”, alla presenza delle autorità civili, degli sponsor e dei sacerdoti; le medaglie, sospese a un nastrino tricolore, furono messe al collo degli atleti questa volta da una graziosa giovane. Chi partecipò ricorda ancora quelle Olimpiadi.

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