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Le “Meriche” a Meano

Un quagliodromo, una storia per la provincia

Le “Meriche” a Meano

Un quagliodromo, una storia per la provincia
Gara di pesca alle Meriche

Le Americhe: sogno di tante persone, che in tempi passati e tuttora vi cercano fortuna per migliorare la propria vita. Un sogno che però per alcuni si è rivelato o può diventare un fallimento. Comunque, tranquilli, non vi voglio parlare dei continenti d’oltreoceano, di cui già tanto si parla sui media ma, supportato dalla viva testimonianza di Adriano Merlin, vi racconterò piuttosto di un luogo a noi molto vicino e che al giorno d’oggi è poco o per niente conosciuto.

La zona di cui parlo si trova fra la frazione delle Fornaci di S. Giustina e il torrente Cordevole, un posto tranquillo e pianeggiante che nel 1958 il proprietario Mario Paniz, costituendo una società con il compaesano Vincenzo Prestileo, trasforma in un allevamento avicolo di una certa importanza denominato “La Merica”, con polli, anatre e altri animali da cortile. Là, con la costante presenza del fido collaboratore Celestino Balest, gli animali vengono allevati in maniera naturale, come si dice oggi “bio”, con mangimi naturali e lasciati ad uno stato semi-brado. L’attività dura fino al gennaio del ’63 con la chiusura della società e il trasferimento degli animali in un terreno più attrezzato vicino al negozio di prodotti per l’agricoltura della moglie Lucia Venz, nella zona a sud di Meano, alle spalle della casa di riposo.

Però Mario, con l’aiuto degli amici cacciatori della riserva di S. Giustina, in particolare del segretario Augusto Doglioni e del vicentino on. Berlato, trasforma l’ex allevamento in un quagliodromo per l’addestramento dei cani da caccia. Da quel momento diventa uno dei posti più frequentati della provincia nei fine settimana e viene individuato come “Le Meriche”.

Non c’è solo addestramento nel sito, ma anche dell’ottima cucina con polenta e spiedo, soprattutto di quaglie e allo scopo viene utilizzato un macchinario particolare, realizzato dal noto artista-artigiano Albino Santel di Oregne (cui, nel numero di agosto, è stato dedicato un articolo sugli orologi da lui creati). Per allietare la permanenza degli ospiti vengono organizzate anche gare di vario genere. Tutti ormai sanno che nei weekend, recandosi a Le Meriche, c’è il “tiro-pescaccia”, con prove di tiro al piattello, prove con i cani e gare di pesca nel vicino rio, come testimoniano le foto.

A queste aggiungiamo anche il tiro con la fionda, dove normalmente eccelle un abile “cecchino” come Aldo Trinca e i tornei di freccette con la millimetrica precisione dell’allora giovanissimo dottor Michelangelo Blandino. Nel bar dietro al bancone, troviamo sovente come somministratore di bevande Luciano Pol.

Al piatto principale delle quaglie, negli anni si aggiungono gli sciòs (lumache) allevate in loco, vista la predisposizione del terreno a questo particolare allevamento.

La notorietà aumenta anno dopo anno e sempre più gente frequenta il quagliodromo con un entusiasmo indescrivibile e allora si decide di fare il grande passo organizzando la Festa dell’Unità con l’interessamento in primis ancora di Vincenzo Prestileo. Ormai si varcano i confini della Valbelluna e la gente arriva da ogni dove e con l’intervento di Sergio Burlon, altro appassionato socio cacciatore, viene sistemata e migliorata pure la strada di accesso (prima semplice stradina di campagna) che con alcuni carichi di ghiaia viene resa più sicura e transitabile.

Ora Angelo Paniz, figlio di Mario, tiene comunque curato il sito ad uso privato e gestisce l’attività zooagricola della mamma Lucia, con l’aiuto della sorella Manuela, ed è punto di riferimento per apicoltori, pescatori, per chi vuole trovare piccoli animali da allevamento, piantine e sementi.

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