Quello appena trascorso è stato un anno ricco di sfide per il giovane lantiaiese Federico Dalle Mule, che è riuscito a mettere in gioco a 360 gradi quell’estro creativo che lo ha sempre contraddistinto. Questo grazie anche al sostegno di una mamma che lo ha sempre incoraggiato a “volare alto”… ma quale mamma non lo farebbe?
Una vita circondata di grandi passioni, quella di Federico, classe ’97, da sempre amante della pittura e della musica. Di sicuro avrete ammirato almeno una volta le sue opere ad acquarello e a olio esposte in diverse mostre della provincia o l’avrete ascoltato suonare il flauto traverso per la Filarmonica di Lentiai nel caso in cui non stesse già imbracciando la fedele amica fisarmonica, come insegnatogli dal nonno.
La più creativa delle sfide si è però tenuta lontano da casa, presso la reggia di Colorno in provincia di Parma, in un grande anfiteatro dove tradizione e innovazione si incontrano con le esigenze del gusto. Si tratta dell’Alma, la scuola internazionale di cucina italiana del maestro Gualtiero Marchesi, tra i più autorevoli enti italiani per la formazione culinaria post-diploma. Proprio qui, dopo il diploma al liceo linguistico, confrontandosi sull’ampiezza e diversità della cucina italiana con i più grandi chef e maestri di alto livello e dopo sette intensi mesi di corsi e selezioni, tra una trentina di giovani l’eccellenza bellunese “Docg” è emersa ancora una volta: è stato proprio lui, un umile ragazzo proveniente da un paesino di una settantina di anime qual è Stabie, a farsi strada.
L’amore per la pasticceria ha portato Federico, Fefo per gli amici, a stravolgere completamente la sua vita. Oggi si è trasferito a Brescia, dove lavora nei laboratori di Igino Massari e, seguendo i preziosi consigli di questo grande maestro della pasticceria italiana, viaggia nel gusto sempre alla ricerca dell’eccellenza fatta sia di intramontabili evergreen, ma anche di novità per deliziare occhi e papille.
Dopo appena un anno ha già capito che la sua vera vocazione è proprio questa: voler emozionare le persone non solo visivamente – come nel caso dei quadri – ma anche e soprattutto prendendole “per la gola”.
Per lui laboratorio è un posto brillante dove tutto può accadere, anche ad esempio che il mestiere di pasticcere non si limiti ad essere un semplice lavoro, ma piuttosto venga considerato come una vera e propria espressione d’arte.
A Federico auguriamo una lunga e solida carriera sotto il segno dell’eccellenza italiana, ma portandosi sempre nel cuore un pezzetto del nostro territorio.
Vuoi conoscere qualcosa in più su questo giovane talento? Abbiamo deciso di dedicargli un’intervista, anche questa volta in un posto meraviglioso della nostra provincia, che in particolare conserva e racconta le tradizioni del nostro territorio: il museo etnografico di Seravella. Fotografa il QRCode con il tuo smartphone o visita il sito www.ilveses.com!