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L’arco delle mie brame

suggestione di storia e natura

L’arco delle mie brame

suggestione di storia e natura

Il vasto territorio delle Prealpi Zumellesi, a Mel, riserva le formidabili continue sorprese ambientali di un luogo ricco di rigogliosi boschi, profonde valli, limpide sorgenti e solatii pascoli sulle creste da cui si può, nelle giornate serene, scorgere la laguna di Venezia. La lunga serie di conflitti armati, devastanti, fra Caminesi di Treviso, Scaligeri di Verona, Carraresi di Padova, Visconti di Milano, Austriaci, parteggianti di volta in volta per il Papato o per l’Impero, caratterizzarono nel Medioevo e Rinascimento in maniera drammatica luoghi oggi di rara amenità e quiete. Come il Ponte di Val d’Arc, che si trova a 1050 metri di quota sulle propaggini nord orientali delle Prealpi bellunesi, e segna i confini tra l’ex comune di Mel e quello trevigiano di Miane. La data dello scorso 6 giugno ha segnato i 183 anni di una tregua storica (in occasione del 180 anni si era svolta una cerimonia con la partecipazione di autorità, cittadini, associazioni).

La storia
Tutto parte da quel testamento della contessa Sofia Da Camino che, prima di morire nel 1175, lasciava il Castello di Zumelle al vescovo di Belluno e quello di Serravalle, nell’attuale Vittorio Veneto, a quello di Ceneda. La storica famiglia dei Da Camino non accetta la perdita dei rigogliosi territori del castello di Zumelle ed il vescovo di Belluno fu costretto a ribadire il suo diritto scatenando un periodo di conflitti che arrivò ad un epilogo nella battaglia di Casteldardo del 1196. La fertilità di pascoli e boschi, oltre ai diritti di transito sulle viabilità dal Trevigiano verso le miniere in Val Imperina ad Agordo, costituirono quindi la base di una continua conflittualità per tentar di sedare la quale il governo della Serenissima dal 1404 provvide con una infinita serie di sentenze. Ricordiamo in particolare quella in cui si sanciva un “instrumento di convenzione” con i Conti di Cesana in base al quale fu stabilito che il contado di Mel “… sia e s’intende libero ed assoluto patron della Val d’Arco, val di Fontane, e de tutta la Valpiana, andando lì confini fino la sommità del monte…” .

Il ponte
Dunque il riferimento è al grande arco di roccia, risultato di un affascinante fenomeno dato dai sommovimenti tettonici, dalle compressioni delle pieghe e dal continuo lavorio delle acque. La natura ha creato un suggestivo luogo dalle caratteristiche uniche, che ha destato da sempre grande emozione tanto che, pur non essendo sul confine idrografico naturale, generalmente in cresta, diventa un punto di riferimento invidiabile. Esso fu luogo perfino di una strage nel 1560 in cui “Havendo io Guido Brandolino, conte di Val Maren, mandato […] alcuni boschieri […] in quel bosco del quale io e li miei antecessori siamo stati sempre legittimi e quieti possessori […] li quali non s’aspettavano nessuna violentia, furono da subito in un sì grosso numero di armati assaltati, gridando ‘ammazza, ammazza’” (dalla “Sentenza Brandolini” in Francescon-Sartori “Mel. Storia e leggende, arte e usanze”, Piave, 1982). Al seguito di questi fatti vi è inciso sull’arco, sin dal 1577, un’iscrizione a suggello di una delle sentenze per la quale vennero nominati dei controllori che dovevano recarsi nel luogo ogni due settimane per controllare i termini, sanzionando tagliatori di legna non autorizzati o altre questioni confinati.
Ma l’iscrizione più interessante e definitiva venne incisa ancora molto tempo dopo, poco prima dell’unificazione d’Italia. Essa recita: “Questo giorno 6 giugno 1838, dopo una contesa di più secoli, venne transatta ogni differenza tra la Comune di Mel e quella di Miane sul possesso e proprietà di questo monte, tracciando linea di separazione che si veda marcata dai termini collocati a dritta e a sinistra di questo ponte”. Cioè da un lato Mel (provincia di Belluno), dall’altro Miane (provincia di Treviso).

Come arrivare
Molte antiche vie portano verso questo magnifico monumento naturale e la più accessibile, con comodo moderno parcheggio, parte dal ristorante-pizzeria Al Boz, un luminoso pianoro affacciato sull’intera Valbelluna poco sopra Villa di Villa (Mel) e sull’antica viabilità verso il Castello di Zumelle.

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