Tra il XIII e il XVIII secolo esisteva un ponte sul fiume Cordevole in località Tappole: consentiva il collegamento tra Belluno e Feltre lungo la via percorribile dai carri, che proseguiva sulla sponda destra del fiume, e collegava anche la località in cui sorgeva l’antico ospizio di S.Vej (S. Vigilio, presso Roe Alte) con la vicina Certosa di Vedana, verso la via degli antichi ospizi della Val Cordevole.
La storia
Le cronache antiche riportano che questo ponte era il secondo per importanza fuori Belluno, dopo quello di Capodiponte (attuale Ponte nelle Alpi), ed era mantenuto a spese dello stesso Comune di Belluno. La prima notizia scritta pervenutaci risale al 1382, dopodiché viene frequentemente citato fino alla metà del ‘700 per la necessità di riattare, ricoprire o ricostruire, in seguito ai danni causati dalle ricorrenti piene del Cordevole, che un tempo aveva una notevole portata d’acqua.
L’unica traccia che attualmente testimonia l’esistenza di questo ponte e ne consente la localizzazione è l’antica iscrizione incisa sulla superficie spianata di un grande masso, posto sulla sponda sinistra del Cordevole, presso Vignole di Sedico. Si tratta di una dedica di riconoscimento al nobile veneziano Marcantonio Correr, Rettore di Belluno fra il 1599 e il 1600, per aver provveduto alla ricostruzione del ponte. Dopo l’esperienza bellunese, egli seguì una brillante carriera politica a servizio della Serenissima, svolgendo anche per due volte l’incarico di ambasciatore alla corte inglese.
La scritta, datata 1600, in origine doveva trovarsi in posizione ben visibile, all’imbocco del ponte costruito in legno e coperto in paglia, secondo le tecniche utilizzate in passato nel Bellunese. Oggi l’iscrizione è seminascosta e si trova in un luogo difficilmente accessibile, in zona ripida e boschiva e su proprietà privata; con il passare del tempo, inoltre, il masso si è progressivamente inclinato verso il terreno e la scritta non è più interamente leggibile, soprattutto nelle parti marginali, così come risultano rovinati i due preziosi stemmi scolpiti ai lati, corrispondenti alla famiglia Correr e alla città di Belluno.
Il testo è formulato in latino e viene così correttamente trascritto, rettificando imprecisioni presenti in precedenti pubblicazioni:
M.(ARCO) ANT.(ONIO) CORRARIO R(ECTORI) B(ELLUNI) AET.(ERNO) OPTIMO
(QU)OD PONTE OPPORTUNO IN LOCO EXPORRECTO
COMMODITATI ITINERIS PROSPEXERIT
II VIRI SUBSTRUCTIONI PRAEFECTI
P(ONI) C(URAVERUNT)
ANNO M D C KAL.(ENDIS) NOVEMB(RIBUS)
Traduzione:
A Marco Antonio Correr, Rettore di Belluno, eternamente ottimo perché, fatto erigere un ponte in luogo opportuno, provvide alla comodità del viaggio.
I duumviri preposti alla costruzione posero
il 1° novembre 1600
Il progetto
Nell’impossibilità di accedere con sicurezza a questa antica iscrizione, dopo gli studi che ne hanno evidenziato il particolare significato storico, è stato ideato un progetto a cura degli scriventi, proposto al Comune di Sedico e presentato pubblicamente in collaborazione con la Pro loco già nel 2016, che ha portato alla realizzazione di una copia identica all’originale, ottenuta tramite un calco, identica all’originale anche nelle dimensioni (100×80 cm), recentemente posta all’esterno del nuovo centro polifunzionale di Sedico: in questo modo è stato reso pubblicamente fruibile il valore di un prezioso reperto, che sarebbe stato destinato ad essere dimenticato, restando noto a pochi studiosi.
Le ricerche condotte dagli autori del progetto sono state in parte utilizzate dagli stessi anche per la realizzazione di un laboratorio di storia locale relativo al territorio bellunese nel periodo della dominazione veneziana, che ha coinvolto una classe della Scuola secondaria di I° di Sedico nell’anno scolastico 2017/18.
Lo studio di questa iscrizione del 1600 ha consentito di identificare il ruolo del territorio di Sedico in relazione a dimensioni più ampie, fin dal periodo del basso Medioevo. Le continue opere di costruzione e sistemazione del ponte delle Tappole, ripetutamente danneggiato dalla forza distruttiva delle acque del Cordevole, testimoniano il valore irrinunciabile assegnato da Belluno al collegamento fra le due sponde in questa località per quasi quattro secoli. Le ricerche hanno inoltre messo in luce i collegamenti tra la realtà locale e gli ambienti internazionali, tramite il passaggio e l’interessamento diretto di prestigiose figure, quali il Rettore Correr nel 1600, che mantenevano Venezia in contatto sia con l’ambiente montano della Terraferma, sia con quello delle corti europee.