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La Volpe, abile cacciatrice

ben adattata ai vari ambienti

La Volpe, abile cacciatrice

ben adattata ai vari ambienti
Volpe - foto di Mario Barito

Alla volpe nulla sfugge. Infaticabile, percorre monti e valli alla ricerca di qualcosa di commestibile. Ogni stagione le offre la possibilità di variare la dieta: frutta, animali già morti, uova, insetti. Ha un ruolo fondamentale nel contenere le popolazioni di piccoli roditori, che costituiscono una buona parte della sua dieta.

La si può incontrare ovunque, praterie di alta quota, boschi, fino ai centri abitati a frugare nella compostiera e a buttare un occhio al chiavistello messo male del pollaio.
E se riesce ad entrarvi, potrebbe accadere il fenomeno del surplus killing (l’uccisione di un numero di prede più alto di quelle consumate) che avviene quando le prede sono numerose e non possono fuggire, cosa che di solito in natura non accade (ma chi di noi non lo ha sperimentato in pasticceria?).

Comunque neanche la volpe può dirsi al sicuro! Si guarda dall’aquila ed ultimamente deve pensare bene a come muoversi nel vasto territorio del lupo. Con quest’ultimo intraprende a volte un gioco rischioso. Cercando con cura di non diventare il dessert, segue la pista del lupo per poter arrivare sul luogo di una predazione e approfittare di qualche osso.

Animale previdente, durante i periodi di abbondanza pensa a mettere da parte scorte alimentari seppellendole in molte piccole buche piuttosto che in un unico “grande magazzino” così da non rischiare di perdere l’intero capitale. Come la volpe adatta la dieta alle risorse dell’ambiente così plasma anche la sua organizzazione sociale.
La “tradizione” prevede la formazione di coppie che utilizzano e difendono un territorio (meno cibo offre e più deve essere esteso, e viceversa). Una volta l’anno la coppia si riproduce e a primavera vi è quindi un gruppo costituito dai genitori e dai piccoli. A questo nucleo possono aggiungersi altri individui adulti o sub-adulti, spesso imparentati, che cooperano nell’allevamento dei piccoli, a mo’ di baby sitter. Ma il maschio e la femmina vivono a stretto contatto solo durante l’allevamento della prole, mentre dalla tarda estate e durante i mesi invernali i rapporti diventano più blandi.

In altri casi sono noti gruppi costituiti da un maschio e alcune femmine che utilizzano lo stesso territorio, il quale può essere condiviso con altri gruppi simili e formare così veri e propri branchi. La tendenza dei giovani è quella di uscir presto da casa e darsi alla dispersione. Già dall’inizio dell’autunno i giovani (ad appena 4-5 mesi!) iniziano a percorrere grandi distanze. Come per il lupo, la ricerca di un proprio territorio è fortemente ostacolata dalla presenza degli altri individui che impediscono ai giovani di stabilirsi in un’area precisa, costringendoli spesso a vagabondare con l’aria da “sbandati” lungo le strade a loro rischio e pericolo.

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