Tutto iniziò nel 2012 quando José Spagnol, sindaco di Protasio Alves (cittadina del Rio Grande del Sud – Brasile) entrò nel Salone degli affreschi della birreria a Pedavena, accompagnato da un piccolo gruppo di brasiliani di origini bellunesi. Custodiscono tra i ricordi la vicenda di Ana Rech, originaria di Pedavena, fondatrice della città di Caxias. Vogliono raccogliere informazioni su un prete… originario – dicono – di Seren del Grappa. Un missionario, un certo padre Antonio Serraglia, che è stato per 34 anni parroco a Protasio, facendo un mondo di bene. Il titolare della birreria non ha dubbi e li mette subito in contatto con Loris Scopel, per molti anni sindaco di Seren, profondo conoscitore dell’emigrazione feltrina in Brasile.
DA PEDAVENA AL GRAPPA
Da Pedavena a Seren il passo è breve. La sorpresa dei brasiliani è grande e singolare il loro stupore quando, il giorno seguente, il professor Scopel li conduce alla casa natale di don Antonio Serraglia a Seren e poi nella chiesa arcipretale dove è stato battezzato e dalla quale è partito, appena venticinquenne, per il suo viaggio verso il Sud America. Lì prende corpo la vicenda che ora documentiamo, con un secondo viaggio di padre Serraglia in America. Stavolta lui non viaggia in nave, ma con l’aereo; non parte da Genova, ma da Venezia; non va di persona, ma sotto forma di una statua del peso di circa due quintali, imballata in questi giorni.
UNA SCULTURA DIFFICILE
A Beppino Lorenzet, affermato scultore di Mel, devono essersi rizzati i capelli il giorno in cui Bruno Scariot, imprenditore feltrino, ideatore e curatore del progetto (assieme a Loris e agli “Amici del Monte Grappa”) si recò da lui con un’unica foto sbiadita del prete- parroco. Una foto in bianco e nero, degli anni Quaranta, che il sindaco José Spagnol aveva trovato a Protasio. Era l’unico elemento su cui ci si poteva ispirare per ideare la statua del parroco. Si trattava di un’immagine in cui il prete era seduto, di fronte ad un tavolino, sul quale stavano un breviario e un fiasco di vino. Padre Antonio era giunto nel Rio Grande do Sul attorno al 1910 e fu destinato a guidare la comunità di Protasio Alves fino al 1945. Non erano quelli anni da dedicare alle fotografie!
Un solo elemento era davvero poco per poter realizzare un’opera. L’artista si prese del tempo per pensarci e per creare il bozzetto. Alla fine, vista la determinazione di Bruno nel voler realizzare il progetto e considerata l’amicizia che lo legava a Loris Scopel, Lorenzet accettò l’incarico, decidendo di farsi aiutare da un promettente allievo Gianluca De Nard.
DA VENEZIA A PORTO ALEGRE
Inaugurata nel municipio di Seren, alla presenza di numerose autorità e di tutti gli alunni delle scuole, la statua (molto somigliante e ricca di espressività e movimento) è ora in volo verso la destinazione finale. Sarà posta al centro di una nuova piazza intitolata all’augusto prelato, e continuerà a ricordare, a tutti coloro che transitano in quel luogo, il profondo legame che unisce le terre feltrine a quel lontano lembo di terra brasiliana, dove si continua a parlare il nostro dialetto e si è orgogliosi delle proprie origini. Tre imprenditori hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa: chi ha sostenuto la spesa, chi ne ha curato la spedizione, chi ha collaborato all’evento. L’Associazione Bellunesi nel Mondo, che ha dato il proprio patrocinio, ha ricordato a Seren del Grappa, con le parole del suo presidente Oscar De Bona, l’importante funzione sociale svolta dai sacerdoti missionari nelle comunità di migranti. Ora la figura di padre Antonio viene consegnata alla storia con una significativa opera realizzata da artisti bellunesi.