La puzzola europea è un piccolo mustelide che presenta corpo allungato, zampe corte e coda scura. La sua peculiarità è la mascherina facciale chiara che le conferisce una simpatica espressione. È generalmente più piccola di martora e faina e, come tutti i mustelidi, ha abitudini notturne: questo fa sì che sia una specie molto difficile da avvistare. I suoi movimenti sono curiosi e non comuni, infatti quando si muove rapidamente assume un’andatura sinuosa e curva il dorso ripetutamente.
Nei più importanti testi di riferimento, nel 1965, si leggeva che “(in Italia) la Puzzola è fra i più comuni Mustelidi e largamente diffusa “. Nella nostra Provincia, la popolazione di questa specie ha subito una drastica riduzione a partire dagli anni ‘60-’70 ed ancora oggi è considerata rara. La più importante tra le cause di questo declino è stato l’utilizzo di alcune tipologie di pesticidi, oggi per fortuna aboliti, molto impattanti sugli ecosistemi ed in particolare sugli ambienti acquatici.
Si ritiene che alcuni esemplari siano sopravvissuti in aree montane poco frequentate e in qualche area umida particolarmente integra; questi ambienti hanno avuto la funzione di vere e proprie isole ecologiche. Nel 2018, dopo circa mezzo secolo, sono emerse alcune nuove segnalazioni in provincia di Belluno e tutto lascia presagire al ritorno della specie nei territori dove era presente un tempo, come già accaduto nel vicino Friuli. Gli ambienti in cui può vivere sono molteplici, ma tra i più rappresentativi vi sono i boschi vicino a fiumi e torrenti, le zone umide ed i boschi montani, anche sopra i 1000 m. La specie viene sempre descritta come “legata alle zone umide”, ma gli studi a riguardo non sono ancora esaustivi.
La puzzola ha una dieta generalista basata perlopiù su micromammiferi come arvicole, topi selvatici e ratti, per questo in Gran Bretagna è molto conosciuta ed apprezzata dagli agricoltori. E’ specializzata nella caccia agli anfibi, come rane e rospi, particolarmente abbondanti nel periodo primaverile-estivo. La maturità sessuale viene raggiunta a circa un anno d’età, i parti avvengono tra maggio e agosto quando nascono 4-6 piccoli che restano con la madre fino all’autunno. Il maschio, come spesso accade in natura, non partecipa all’allevamento della cucciolata.
Nei primi mesi del 2019 è iniziato (ed è tuttora in corso) uno studio a livello provinciale sulla distribuzione di questo mustelide ancora poco conosciuto. I primi risultati, peraltro ancora provvisori, sono confortanti, perché la specie è stata rilevata in più luoghi del territorio bellunese. Trovarla non è cosa facile, e vederla è una vera e propria fortuna, ma se vi capitasse di immortalare, vedere, trovare un esemplare investito o semplicemente avete un dato storico da comunicare, potete scrivere una mail findingpolecat@gmail.com, per dare il vostro contributo a questa ricerca.