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La Madonna del Pianàz

pellegrinaggi antichi e moderni

La Madonna del Pianàz

pellegrinaggi antichi e moderni

Ci son luoghi che, per i più diversi motivi, diventano punto di riferimento di intere generazioni. Luoghi dove i segni della storia, ancor oggi leggibili, consentono di viaggiare nel tempo, nelle memorie, nella cultura locale. In un soleggiato pianoro sulle Prealpi affacciato mirabilmente sui tramonti della Valbelluna, nel territorio del comune di Borgo Valbelluna, immerso nel verde di immensi prati fioriti, illuminata spunta un’antica chiesa, ma anche ciò che resta di un palazzo medievale con archi e, nel cortile, un mirabile pozzo in pietra scolpita. Il luogo amorevolmente curato è abitato da una famiglia di lunga generazione che ha l’encomiabile merito di averlo conservato e reso estremamente accogliente. Si tratta della località nota come “Madonna del Pianazzo”, meta di pellegrinaggi e processioni, per invocare grazie e intercessione divine.

La storica pala dell’altare dedicata alla Madonna di Loreto riproduce la vicenda della casa di Nazareth trasportata nel 1294 dalle parti di Recanati, dove sorse in seguito una basilica frequentata da papi e re, per il rapporto stretto con la via verso Gerusalemme, in particolare nel periodi delle Crociate. Questa particolare titolazione suggerisce molteplici considerazioni sugli affascinanti resti sopravvissuti nella storica casa con archi, che ancor oggi mantiene le antiche sembianze, confermate anche da foto di avvenimenti accaduti in questi luoghi.

All’interno archi, storiche travi, ovunque le rientranze alle pareti tipiche dei luoghi sacri, utilizzate per collocarvi lucerne ed immagini religiose. Il mirabile terrazzino in pietra e ferro battuto è li ancor oggi simbolo di continue vicende.

“Sul poggiolo il Vescovo – viene spiegato nella didascalia di una storica foto, “sotto il cav. Francesco Marcer, fratello della siora Meneghina donatrice della fattoria al Pianazzo ereditata dal fratello, monsignor Giuseppe Marcer, arciprete di Mel; unita al padre a alla madre maestra Fanny, la maestra Lia Marcer vedova dell’ex sindaco Bortolini; con gli occhiali, don Osvaldo Petris ex parroco di Villa, si vede inoltre Dima Cima”. All’aria, all’aura, al panorama di questi luoghi soleva ispirarsi il noto artista locale Luigi Cima, noto proprio per le elegiache rappresentazioni del verde tipico di una Valbelluna mirabilmente circondata dalla corona di monti dell’attuale Parco delle Dolomiti Bellunesi e dal particolare profilo del sacro monte Pizzocco.
Immagini di quadri in cui una popolazione di persone dedite alle pratiche agricole, intente alla coltivazione dei campi, alle fienagioni, diventa una scusa per rappresentare generazioni di tutte le età, dalle bimbe alle nonne in un’elegia generazionale delle tipiche “Pastorelle del Cima”.

Alla linda chiesetta vengono a pregare, da sempre, per aver la grazia, le coppie e portano in seguito il ringraziamento per questi figli che vengono. La chiesa, dunque, alla quale è rivolta una continua fase di interventi di restauro per la costante attenzione degli abitanti del borghetto, ospita all’esterno un piazzale con abbellimenti di opere d’arte; all’interno un prezioso altare mai dipinto mostra la grande capacità dell’artigiano-artista nell’intaglio di elementi floreali e scultorei, una parete è piena di “ex-voto” simboli di grazie ricevute.

Fin dal 1748 don Cristoforo Maria Endrighetti, parroco di Lentiai, vi istituisce un appuntamento religioso di grande richiamo di fede. “Per una grazia particolare della sua misericordia, avvenuta per intercessione della Vergine vera avvocata dei peccatori, essendo allora cessata una “maligna influenza”, che entro mesi antecedenti portò tanti “all’altro Mondo” – come dal pubblico registro apparisce – e cessata si può dire subito fatta la pubblica preghiera, ho introdotto una processione nella mattina ben per tempo del mercoledì dopo le SS. Feste di Pasqua”.

Per convenzione locale l’appuntamento viene ricordato annualmente l’ultima domenica del mese d’agosto (quest’anno il giorno 30), giorno in cui i vasti luminosi prati tutt’attorno accolgono le corse dei bimbi fra i fiori.

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