Abbiamo già parlato, su queste pagine, dei Lisot, una famiglia francese di possidenti vignaioli alla corte del re che, a fine Settecento, si stabilì a Can di Cesiomaggiore ma la cui epopea continua oggi anche in terra brasiliana.
Due discendenti, Giosuè (nato nel 1848) e Giovanni (nato nel 1878) diedero vita a una straordinaria storia di emigrazione; mentre Giovanni si diresse verso gli Stati Uniti, Giosuè si imbarcò con la moglie e i quattro figli in tenera età a Genova, raggiungendo poi Porto Alegre nel Sud del Brasile, nello Stato del Rio Grande do Sul, risalito dai Lisot sino a raggiungere Caxias e la valle di San Giacomo.
La storia continuò in “terra americana” e, come per altre famiglie bellunesi, i legami si persero negli anni.
Fu suor Gemma Lisot, ora residente a Santa Giustina e memoria storica della famiglia, a riavvicinare le famiglie, ricostruendone le vicende. Nel 1979 giunse a Roma, dove conobbe Edoardo Luciani, fratello del nostro Papa. Suor Gemma non scorderà mai di quando, da bambina, sentiva parlare di “Feltro” e del “rio Piave”. Così decide di venire in provincia e, dopo aver cercato negli archivi di alcune parrocchie, giunge a Belluno e poi a Cesiomaggiore.
Qui Umberto Lisot e la moglie Ester Casagrande l’accolgono a braccia aperte e inizierà la ricostruzione dell’albero genealogico dei Lisot. Dagli anni 80 in poi, molti discendenti di Giosuè sono venuti a visitare i luoghi di origine del loro avo. Attualmente il ceppo brasiliano vive in parte nei dintorni di Caxias.
«Io e mia moglie eravamo stati anni fa in Brasile», spiega Umberto, «ed abbiamo visitato i luoghi dove si era stabilita originariamente la comunità dei Lisot. In occasione di questo emozionante ritrovo, Adroaldo Bilaco Chanan ha scritto un libro sui Lisot, ricco di foto e storie».
Recentemente, proprio a Caxias, si sono ritrovati in oltre 400 con il cognome Lisot ma i numeri parlano di più di mille residenti solo nel continente americano. L’evento è stato apprezzato anche dall’amministrazione comunale di Cesiomaggiore, che ha reso onore alla grande famiglia dei discendenti di Giosuè spedendo loro il gagliardetto ufficiale ed una lettera di saluto.
«Nel giorno del raduno», conclude Umberto Lisot, «ci siamo collegati con il Brasile tramite Skype. Inutile nascondere l’emozione di vedere come, partendo da piccoli borghi dei nostri paesi, la nostra e tantissime altre famiglie italiane si siano ora radicate in tutto il mondo».