Lo sguardo cerca oltre la finestra. Siamo tutti prigionieri per salvarci dal virus. Sicuri in casa. Ho fatto una promessa a me stessa: quando le disposizioni me lo avessero consentito, avrei intrapreso un viaggio nello spazio e nel tempo, inanellando uno dopo l’altro i gioielli d’arte delle chiesette cinquecentesche della parrocchia di Lentiai. Ecco il racconto delle sensazioni provate come suggerimento a sperimentare questo percorso.
Per chi come me non è un atleta, consiglio di utilizzare, per superare con facilità i dislivelli, l’e-bike; per chi non ce l’ha, la si può prendere a noleggio. Il giro delle chiesette inizia dall’incantevole arcipretale di Lentiai: all’interno gli occhi si nutrono della bellezza delle tavole di Cesare Vecellio, del dipinto di Tiziano e di tanti artisti che hanno contribuito ad elevare a monumento nazionale questo tempio.
Con qualche pedalata lungo la provinciale si arriva a Bardies, dove ci attende un’altra sorpresa: la chiesa di Sant’Antonio Abate, sotto il livello della piazzetta, completamente affrescata da Giovanni e Marco da Mel con episodi della vita del santo. Salendo in direzione Belluno, all’altezza della rotatoria sopra Bardies, è possibile agganciare la ciclabile, panoramica stradina che ci porta a Camposampiero, dove tra le vecchie case, si scopre la piccola chiesa, dedicata al santo che dà il nome alla frazione.
Attraversato il paese si sale verso Villa di Villa, raggiungendo poi la piccola chiesa di Pianazzo, meta da secoli di pellegrinaggio delle rogazioni dei fedeli. Qui si respira un’atmosfera di sereno raccoglimento, gli ex voto, il sagrato aperto al verde della valle, guidano il pensiero a chi da tempo immemorabile ha sussurrato parole di fede chiedendo e ottenendo grazie dal cielo.
Di volata giù fino alla chiesetta di Tallandino, dove si racconta sia presente un gradino con un’iscrizione di epoca romana, poi a Corte nella piccola piazzetta del paese.
Ci ritroviamo nuovamente a Bardies, da dove, per una stradina interna, raggiungiamo la via che porta ai Boschi, nella valle della Rimonta, dove un tempo vivevano decine di famiglie e ora è quasi disabitata. Raggiunta la chiesa di San Sebastiano ci fermiamo per mangiare un panino seduti sui gradini con il sole che scalda con noi le vecchie mura, oggi mute.
Riprendiamo la strada e ritorniamo sui nostri passi fino alla congiunzione verso Colderù, e da lì saliamo a San Gervasio, immersa nei prati. Curiosa la corda della campana che scende al centro della porta d’ingresso, quasi un campanello per chiamare il Padrone di casa!
Ci attende la chiesa di Colderù, altro gioiello d’arte completamente affrescato con le scene della vita di San Giacomo di Compostela, con la salita di gradini di prato e un angolo di sagrato dove riposare in una pace che rinfranca.
Dirigendoci verso Canai, ci fermiamo all’eremo di San Donato, luogo di spiritualità dove si respira l’attenzione affettuosa di fedeli e volontari, che, con il supporto della Soprintendenza, da anni lavorano per strappare all’erosione del tempo, e riportare alla bellezza che ci è stata consegnata dai secoli passati, l’antica chiesa.
Canai è un pugno di case sospeso sulla collina; arrivando sull’altura dove si posa la chiesa lo sguardo si apre alla valle del Piave. All’interno un altare di ricercata bellezza e un coro ligneo che profuma di cera stesa come una carezza per conservare l’opera dei fini artigiani che lo hanno realizzato.
Giungiamo a Stabie, fino a qualche decennio fa luogo di villeggiatura molto frequentato, ora abitato da pochi privilegiati che hanno la fortuna di risvegliarsi in ogni stagione immersi nelle sue colline.
Lungo la strada di Rei, si incontra la vecchia carrabile di Castellaz, dove si narra si ergesse un antico castello… Da qui a Marziai, paese di due comuni, con una gamba a Lentiai di Borgo Valbelluna e una in comune di Vas. Un breve passaggio tra le vecchie case e ritorniamo, salendo attraverso la strada tra i campi, fino al ponte di Busche.
Ecco la chiesa benedettina di san Bernardo a Cesana, antico porto fluviale sul Piave e sede della contea, luogo di ritrovamenti archeologici di interesse strategico per comprendere lo sviluppo storico ed economico del Bellunese.
Attraversata la provinciale incontriamo la piazzetta di Villapiana, ci fermiamo per ammirare la cinquecentesca Ultima cena, con i gamberi rossi deposti sul desco… pace, preghiera e una giovane donna ci saluta in silenzio.
Concludiamo il nostro peregrinare nella chiesa di Ronchena, sul far della sera… Secoli di arte e di spiritualità ci hanno accompagnato, torniamo a casa stanchi e con il sapore di un lungo emozionante viaggio.