È mancata, a Lentiai, Luisa Zornitta. Queste parole possono essere lette nel doppio significato: non solo a Lentiai, inteso come luogo geografico; Luisa è mancata e mancherà nel tempo alla “sua” Lentiai. Mancheranno il suo sostegno e dedizione alle attività dell’associazionismo lentiaiese; mancherà il suo apporto fondamentale alla redazione de “L’Ombra”, di cui era acuta redattrice ed entusiasta promotrice; mancherà agli amici che da lei ricevevano sempre spontanea e calorosa accoglienza. Abbiamo scelto di presentare Luisa attraverso le parole dei suoi “boce”, che tanto amava e dai quali era profondamente ricambiata; li ringraziamo per aver condiviso ricordi ed emozioni così intense, che esprimono tutta la profondità dei legami e il messaggio che Luisa ha lasciato.
Il primo brano è di Luca Carlin, membro dello Sci Club Lentiai, rivolto direttamente a Luisa.
«Scrivo queste parole mentre c’è la Coppa del Mondo in tv, Gigia, perché tu adoravi le gare dello Sci Club! Eri sempre al traguardo delle gare sociali a versare il brulè insieme a “Beni”, altro angelo che ora ti fa compagnia lassù, oltre le nuvole e la neve. Quanti ricordi dalla metà anni 80, quando ero ancora un bambino e col mio papà venivamo a trovarti per tesserarci allo Sci Club Lentiai. Lo Sci Club era la tua vita, prima venivamo noi e i clienti aspettavano… magari trovavano il bar chiuso di sabato sera, se era il sabato della cena sociale, alla quale non potevi di certo mancare: ricordi bellissimi delle prime riunioni nella tua saletta e tu che alla fine passavi a chiederci se volevamo l’immancabile birretta… L’altro giorno, quando tutti insieme in divisa ti abbiamo salutato, mi son sentito un po’ spento… una piccola parte di me è salita in cielo e mi sono reso conto che ormai sono diventato “vecchio”: un pezzetto della mia infanzia e un grande pezzo di Lentiai non c’è più e ci guarda da lassù. Eri una zia per tutti noi ragazzi e ora da lassù sono certo che ci aiuterai, come una buona zia, quando la vita ci riserverà qualche prova da superare. Ciao Gigia!»
Il secondo brano è il ricordo di Valentina Zucco e Alessandro Pasa.
«Luisa, meglio conosciuta come “Gigia”, è stata un punto di riferimento, una certezza, una compagna di risate. Ridere con lei è sempre stato molto semplice e spontaneo. Il Bar Roma grazie a Luisa è stato per molte generazioni non solo un luogo dove scambiare due chiacchiere, ma una seconda casa. Spesso e volentieri ci raccontava le storie di Lentiai, non le sfuggiva nulla e questo le rendeva ancora più affascinanti e coinvolgenti. Era innamorata del suo paese, della sua piazza, dei “so fior” sempre curati e lucenti; amava leggere, amava viaggiare, amava i colori, insomma Luisa amava immensamente la vita. Era impossibile non notare il suo modo di essere affascinata da tutte le piccole e grandi cose.
Era conosciuta da tutti per la sua voglia di aiutare gli altri e si distingueva per voler esser sempre al passo con i tempi… e ci riusciva benissimo!
La piazza di Lentiai ci ricorderà sempre lei: secondo noi è in gran parte sua. Ha sempre avuto a cuore questo luogo con i suoi colori e i cambiamenti che ha visto passare negli anni. Quanto ha amato la nostra piazza! Quante volte è rimasta affascinata dalla magia che il nostro centro assume all’alba, al tramonto, fino alle luci della notte; lei era sempre lì ad ammirarla esclamando: «Ma che piazza avone? Na figata!»… come darle torto?
Vedendo il suo amore abbiamo incominciato a guardare con occhi diversi la nostra piazza; siamo sicuri che questo vale anche per molte altre persone e di ciò le siamo molto grati. Le siamo riconoscenti in realtà per molte cose, una di queste è per averci insegnato che basta davvero poco per aiutare il prossimo, anche silenziosamente, “senza far tanta pubblicità che no me pias” – come direbbe lei – si può fare la differenza; indirettamente lo ha sempre dimostrato.
Ora la vogliamo immaginare da qualche parte a far “pastine e panet par tuti quanti”, con tanto amore, come ha sempre fatto.
Non potremmo che concludere facendo nostra una sua esclamazione: Gigia, sei stata “na figata” pazzesca!”».