Il primo atelier è stato quello allestito nel garage di nonno Bepi, Giuseppe Mortagna, a Pez. Oggi, a livello nazionale ed europeo, è una delle giovani artiste bellunesi che ci rende orgogliosi del nostro territorio e dei suoi talenti.
Noemi Durighello, classe 1996, lo scorso ottobre si è saputa distinguere durante il “Combat Prize 2022” di Livorno vincendo il primo premio per la sezione “Pittura” (ex aequo con Matteo Messori di Reggio Emilia) e il premio “Galleria”. Ed è la prima volta, nella storia di questo premio, che un’artista riceve due riconoscimenti nella stessa edizione. La giuria ha commentato l’opera come “una pittura introspettiva che si dispiega liberamente sulla tela, dove anche l’apparente errore di stesura rivela grande capacità di visione”. L’opera vincente è intitolata “DayDream”, che in italiano può essere tradotto come “sognare ad occhi aperti” e rappresenta una natura morta, «un soggetto senza pretese» dice Noemi in una telefonata da Dresda, in Germania, dove oggi vive, ma che, grazie alla sua composizione, nella tela sembra vivo, quasi volteggiante e scomposto. La pittura è una passione che arriva presto nella vita dell’artista che a soli dieci anni comincia i primi corsi con il maestro Walter Bernardi di Borgo Valbelluna. Un amore che si perpetua anche in età scolare, anche se Noemi non ha fatto il liceo artistico, ma ha seguito l’indirizzo linguistico.
«Quando è stata ora di iniziare l’Università, mi sono chiesta a lungo cosa fare, ma alla fine ho scelto la mia vocazione, iscrivendomi all’Accademia delle Belle Arti di Venezia. Il sostegno da parte della mia famiglia c’è sempre stato e, all’interno dell’Accademia, ho avuto il supporto dei professori Carlo Di Raco e Martino Scavezzon, persone che hanno dedicato la loro vita alla pittura e che mi hanno aiutato nel mio percorso».
Dove trova la sua ispirazione?
«In realtà in qualsiasi cosa e aspetto della vita quotidiana, ma, dal lato artistico, ciò che sta piacendo alla critica del mio percorso è il rivedere oggetti usuali in forme inusuali, proprio come in DayDream»
Grazie ad una borsa di studio importante, già da qualche tempo Noemi vive appunto a Dresda, dove prosegue la sua vita artistica, di studio e di ricerca.
Quando le chiedo cosa significa fare l’artista, Noemi è sicura e diretta: «Bisogna fare una considerazione preliminare: d’arte vivono tanti non artisti e tanti artisti non vivono d’arte purtroppo! Essere artisti significa avere una vocazione profonda e seguirla mediante la pratica artistica. Questa “chiamata” può riguardare ogni ambito: pittura, scrittura, fotografia… Dopo l’Erasmus sono riuscita a stabilirmi in pianta stabile a Dresda e qui la società è su misura per chi desidera, come me, fare dell’arte un lavoro. Le opportunità non mancano nemmeno in Italia, ma qui il ruolo di artista è socialmente accettato e dato per esistente».
Prosegue: «Qui puoi potenzialmente sviluppare la tua carriera senza avere compromessi anche dal punto di vista lavorativo. Sono in contatto con numerosi artisti con cui ho studiato a Venezia, ma per sbarcare il lunario essi devono lavorare o a tempo pieno o part-time e questo sacrificio non è solo necessario per vivere, ma anche per possedere strumenti, mezzi con cui realizzare l’arte. Qui a Dresda è diverso, anche se spesso mi manca casa».
Commentando l’esperienza di Livorno, ricorda anche la famiglia che sempre la sostiene e supporta: «Non ho potuto ritirare il “Combat Prize” di persona perché in quel momento ero ammalata, ma ho mandato mamma Ornella e mia sorella Anna alla manifestazione. Mi hanno mandato un selfie (4) dove mia mamma era visibilmente commossa: è stato molto bello che questa soddisfazione sia passata anche per le loro mani, ma soprattutto sono fortunata ad avere la mia famiglia al mio fianco, sempre!»
Le opere e creazioni artistiche di Noemi Durighello sono visionabili sul suo sito web personale www.no-du.com.