Lo scorso 21 dicembre Fausta ci ha salutati lasciando un grande vuoto e un profondo dolore in chi le voleva bene. Fausta però ci ha insegnato una cosa grande: si è impegnata per gli altri anche durante la malattia, senza mai perdere l’entusiasmo e senza mai mollare in una sfida in cui ha messo tutta se stessa per “salvare la vita” di tanti bambini, che ha amato perché consapevole della fortuna che hanno avuto i suoi adorati figli a essere nati nella parte più “fortunata” del mondo. Da qualche anno Fausta era entrata a fare parte del gruppo Insieme Si Può di Santa Giustina-Meano-San Gregorio, nato in seno all’Associazione Gruppi Insieme si Può, Ong impegnata in oltre 30 Paesi del Sud del Mondo nella promozione e il sostegno di progetti di cooperazione internazionale.
Il progetto contro lo spreco d’acqua
Uno degli ultimi progetti parlava dell’acqua, che noi abbiamo in abbondanza e che troppo spesso sprechiamo per scarsa attenzione e cattive abitudini e che invece costituisce un bene preziosissimo per alcuni villaggi in Africa dove da più di trent’anni Insieme si può è impegnata. Quell’acqua che Fausta tanto amava, elemento molto simile a lei, limpido, capace di donare vita a innumerevoli cose senza sforzo alcuno, adattabile a ogni cosa che provi a contenerla e forte da poter scalfire la pietra.
Nel buio che aveva invaso tutti si è accesa un’idea, una scintilla partita da chissà dove, ma che sapevamo sarebbe potuta arrivare ad accendere una grande luce di speranza: “Finanziamo un pozzo in sua memoria!”
La provvidenza ha voluto che il nostro amatissimo fondatore Piergiorgio Da Rold si trovasse in Uganda. Ricevuta la notizia, non ha perso tempo e ha iniziato a prendere contatti per trovare il luogo più adatto alla perforazione del pozzo. Ed è proprio a Karapeitukò, un piccolo villaggio che si trova nella zona di Tapach, alle pendici del monte Moroto, che sono iniziati i lavori.
Da tempo era stata segnalata la condizione molto difficile della popolazione locale in relazione all’acqua: nella stagione delle piogge il villaggio rimaneva isolato per la mancanza di un ponte che facesse da connessione tra le due rive; nella stagione secca, per trovare acqua per la sopravvivenza loro e dei loro animali, gli abitanti del villaggio scavavano a mano per 10/15 metri il fondale del fiume prosciugato. La recente realizzazione di un ponte ha permesso il transito dei camion per la trivellazione del pozzo.
Sul posto, per noi, portavoce e referente del progetto, c’è Padre Jimmy, una persona davvero speciale. Missionario filippino in questa regione del Karamoja da diversi anni, Padre Jimmy si è sempre impegnato nella lotta per la protezione delle comunità indigene, rischiando la vita per salvare le bambine da matrimoni forzati in giovane età, dando vita a progetti agricoli con la popolazione dei villaggi per combattere la fame. Quale posto migliore per dare vita a questo progetto?
La zona però sembrava troppo arida per trovare una falda di acqua, così è stato chiesto aiuto a un missionario rabdomante, molto conosciuto, e ricercato in tutto il continente per la sua capacità nel trovare i punti esatti in cui perforare. Fausta deve averci messo lo zampino e il 18 giugno è arrivata la conferma che la squadra tecnica della ditta Draco, con il mezzo trivellatore, era pronta a procedere alla trivellazione del pozzo.
Il 21 luglio è stata una giornata speciale: è stato inaugurato “Il pozzo di Fausta”, che ha cambiato per sempre la vita di almeno duemila persone, e come dice la targhetta scritta dal marito Gabriele: “E’ grazie a Fausta, al suo impegno e al suo amore per l’acqua che questa terra assetata è stata premiata, in suo ricordo e per generosità di quanti le hanno voluto bene.” Fausta non è più qui, ora è acqua e continua a dare vita a Karapeitukò…